10 consigli per gestire la febbre nei bambini

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Aiuto, il mio bambino ha la febbre!

A molte mamme sarà capitato di pronunciare questa frase, al punto che gli studiosi chiamano “fever phobia” l’eccessiva preoccupazione che colpisce i genitori davanti al termometro.

Grazie alla collaborazione con la dottoressa Elisa Sabbioni del Policentro Pediatrico, abbiamo provato a fare un po’ di chiarezza per capire quali siano le buone pratiche e le raccomandazioni per gestire la febbre in modo corretto.

Innanzitutto è bene ricordare che la febbre è un meccanismo di difesa del nostro organismo quando è in atto un processo infettivo (causato da virus e batteri) o infiammatorio (pensiamo ad esempio alle tanto temute otiti).

Niente paure eccessive, quindi, e occhio ai giusti consigli da mettere in atto.

Non basta guardare il termometro

Per decidere come trattare il nostro piccolo paziente, non basta guardare il termometro. Il suo stato generale è altrettanto importante. È molto prostrato? È sofferente? Non riesce a giocare tranquillo? In questo caso, anche se il termometro non segna temperature particolarmente elevate, è opportuno somministrare un antipiretico che possa dare sollievo al bambino.

Quali farmaci usare

Gli unici farmaci da usare in età pediatrica sono ibuprofene e paracetamolo. Entrambi sono efficaci e ben tollerati, ovviamente dati alle giuste dosi che vanno calcolate in base al peso del bimbo (per avere il dosaggio corretto chiediamo sempre aiuto al pediatra!).

Si tratta di farmaci antipiretici (cioè abbassano la febbre) ma hanno anche funzioni analgesica e quindi servono per lenire il dolore. In più l’ibuprofene ha anche una funzione anti-infiammatoria, quindi mentre abbassa la febbre e allevia il dolore, agisce sull’infiammazione in atto.

Non sottovalutare il dolore

 

 

Mentre per la febbre c’è un elevato allarme da parte dei genitori, al contrario il dolore è spesso sottovalutato. Data la sicurezza e la tollerabilità dei farmaci, invece, è possibile alleviare il loro disagio somministrando ibuprofene o paracetamolo al bisogno, esattamente come facciamo per la febbre. Ad esempio, dopo le vaccinazioni, può essere utile dare uno di questi farmaci ai bimbi per aiutarli a stare meglio.

Non è sempre facile capire quanto dolore abbiano i bambini, soprattutto i più piccoli. Per questo possiamo usare scale di dolore pediatriche che permettono al bambino di indicare come si sente individuando la faccina che corrisponde al suo stato (link a pdf con scala del dolore)

Come somministrare i farmaci

La via orale è quella da privilegiare a ogni età. Quindi evitare il più possibile supposte e utilizzare invece sciroppi, gocce, capsule molli masticabili, compresse orodispersibili. Solo in caso di vomito insistente è opportuno ricorrere alle supposte.

Sia per il paracetamolo che per l’ibuprofene non è necessario che i bimbi abbiano la pancia piena! È stato dimostrato che entrambi hanno una buona tollerabilità e quindi possono essere somministrati in qualunque momento della giornata senza attendere l’ora dei pasti.

Dal momento che dare farmaci ai bambini non è sempre facile, cerchiamo la formulazione più gradita (sciroppo oppure capsule molli, gusto fragola oppure arancia e così via). Questo vi aiuterà a dare il farmaco nelle quantità e orari corretti, senza rincorrere per casa i nostri bambini 🙂

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NON alternare paracetamolo e ibuprofene

Su questo punto è necessario fare chiarezza perché in passato sono circolate spesso informazioni errate. La raccomandazione dei pediatri è di non alternare i due farmaci. Alcuni studi, infatti, hanno indicato che la somministrazione combinata può aumentare la tossicità dei farmaci e dunque va evitata. Inoltre è molto più semplice fare confusione con dosaggi e tempi e rischiare quindi di somministrare quantità troppo elevate dei due farmaci.

Quindi niente indecisioni o cambi durante la terapia: una volta iniziato con un farmaco si prosegue sempre e solo con quello.

Attenzione ai dosaggi

Un’altra raccomandazione dei pediatri riguarda i dosaggi. È importante che per assicurare efficacia e non avere effetti collaterali i farmaci siano dati nelle dosi corrette e rispettando i tempi di attesa tra una somministrazione e l’altra.

Per questo chiediamo aiuto al pediatra: sarà lui a indicarci quanto farmaco dare in base al peso del bambino e qual è la dose massima giornaliera.

Da evitare metodi di dosaggio approssimativi come cucchiai e cucchiaini: usiamo sempre misurini e siringhe inclusi nelle confezioni. Ovviamente evitiamo di dare ai bambini farmaci da adulti (vietato cercare di spezzare le pastiglie a metà!).

Come misurare la febbre

Le linee guida pediatriche indicano la misurazione ascellare come metodo da preferire. Da evitare la misurazione rettale perché troppo invasiva, mentre quella auricolare o sulla tempia sono spesso imprecise. Un buon suggerimento è quindi quello di prendere in braccio il bimbo per aiutarlo a tenere il termometro nella giusta sede il tempo necessario (intanto ci scappa anche qualche coccola che è sempre terapeutica).

Non è necessario misurare la febbre troppo spesso ma è utile monitorarla ogni 6-8 ore per riferire eventualmente l’andamento al pediatra.

Quando contattare il pediatra

Anche se, come abbiamo detto, la febbre non deve essere un sintomo allarmante, ci sono casi in cui è bene contattare in breve tempo il pediatra. Per esempio se il bimbo è molto piccolo (sotto i 6 mesi), se sembra particolarmente prostrato, se la febbre persiste per più giorni e se non risponde al trattamento antipiretico.

Alimentazione e idratazione

Spesso i bambini con la febbre non hanno voglia di mangiare e bere, quanto dobbiamo insistere?

È fondamentale che non si disidratino, quindi dobbiamo assicurarci che il bambino beva. Benissimo acqua ma in questo caso ok anche a succhi di frutta o bibite che possono fornire al bambino anche un apporto di zuccheri così da evitare l’acetone.

È meno importante, invece, che mangi a tutti i costi (sempre stando attenti che un digiuno prolungato non porti all’acetone). Proviamo ad offrire piccoli snack privilegiando i carboidrati, ma non costringiamoli a un pasto completo, anche perché, come abbiamo già detto, i farmaci antipiretici si possono somministrare anche a stomaco vuoto.

Non usare metodi fisici per abbassare la temperatura

I cosiddetti metodi della nonna per abbassare la febbre sono tutti da evitare. Cercare con metodi fisici di abbassare la temperatura è infatti controproducente: il nostro organismo cercherà di ripristinare la temperatura iniziale con disagio ancora maggiore per il bambino.

Al bando quindi, frizioni con alcool, bagni freddi, spugnature, ma evitare anche il ghiaccio in testa.

Falsi miti

Ecco qualche falso mito da sfatare riguardo alla febbre, purtroppo molto diffuso!

Se il bambino ha la febbre va coperto bene: falso! Al contrario, bisogna evitare che coperte o abiti troppo pesanti mantengano elevata la temperatura. Meglio un abbigliamento leggero che permetta al calore corporeo di disperdersi.

Attenzione ai colpi di freddo: il colpo di freddo non esiste! Non ci sono motivi, quindi, per coprire eccessivamente un bambino d’inverno (anzi si rischia di farlo sudare) né per tenerlo chiuso in casa in inverno.

La febbre può essere causata dai primi dentini: lo spuntare dei denti è sicuramente fonte di stress per l’organismo dei bambini ma non è causa di febbre. Questo vuol dire che mentre spuntano i dentini le difese immunitarie potrebbero essere più basse e dunque i piccoli sono più esposti ad eventuali virus e batteri.

Cosa fare in caso di convulsioni

Le convulsioni febbrili sono un evento che preoccupa molto i genitori. Fortunatamente, in genere non hanno complicazioni anche se colpiscono un numero elevato di bambini sotto i 5 anni.

Non si sa ancora esattamente da cosa siano scatenate ma sembra che l’incidenza sia maggiore quando la temperatura sale o scende in modo molto rapido.

Cosa fare in caso di convulsioni:

  • Non spostare il bambino ma verificare che non ci siano intorno a lui oggetti con i quali possa farsi male
  • Allentare abiti eventualmente stretti
  • Non cercare di aprire la mandibola né di fermare i movimenti di gambe e braccia
  • Controllare per quanti minuti dura la crisi e se le scosse si ripercuotono su entrambi i lati del corpo
  • Portare il bambino al pronto soccorso non appena terminate le convulsioni per una valutazione del medico.

 Post in collaborazione con Reckitt Benckiser

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