I tre pigri è una fiaba dei fratelli Grimm che narra la storia di un padre che deve lasciare il suo regno a uno dei tre figli e che sceglierà in base alla loro intelligenza e arguzia…

Un po’ di storia

Un re voleva che la felicità e la ricchezza conquistate per il suo regno si conservassero nei secoli. Tutti e tre i suoi figli erano cresciuti bene e non si erano mai dimostrati indegni di succedergli. Erano molto onesti ma soprattutto molto intelligenti.

Era difficile compiere la scelta: chi poteva essere il successore? Il padre decise che sarebbe stata proprio la loro intelligenza a fargli compiere la scelta del futuro re tra i suoi tre figli.

Disse loro: “Chi tra di voi si dimostrerà il più pigro, alla mia morte diventerà re”. Era solo una prova di intelligenza e non di pigrizia…

Una favola, tanti significati

I tre pigri fa parte della raccolta Le fiabe del focolare, scritte dai fratelli Grimm tra il 1812 e il 1815.

Nelle fiabe dei Grimm la figura del padre è molto presente, sia in risvolti positivi, sia  negativi. Nell’800 il padre era colui che doveva provvedere al sostentamento alla famiglia, agli affari, alle guerre o ai campi.

Nelle loro favole però si trovano anche padri molto coinvolti nella vita familiare, che mostrano un grande affetto per i figli.  Si tratta in genere di re, principi o ricchi mercanti, che vivono nell’agio e non sono preoccupati dai bisogni quotidiani.

Qualche aneddoto

La perseveranza dell’atteggiamento di pigrizia costituisce uno dei sette peccati capitali e prende il nome di accidia.

Dante nella Divina Commedia mette i pigri – o accidiosi – nella quarta cornice del Purgatorio: essi corrono senza tregua, per contrasto alla pigrizia che in vita rese insufficiente il loro interesse per i beni spirituali.

Cosa c’è da imparare

La fiaba insegna che la fantasia è la dote che ci rende diversi e ci distingue dagli altri. Poiché si parla anche di un bravo papà che vuole bene ai suoi figli senza fare differenze, è adatta da leggersi in occasione della Festa del Papà.

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