Raccontami una fiaba: Il Natale di Martin

Il Natale di Martin

Cominciamo a entrare in clima natalizio con questa fiaba di Tolstòj, Il Natale di Martin, che narra la storia di un ciabattino di nome Martin, che era arrabbiato con Dio, perchè aveva perso la sua famiglia. Ma un bel giorno un vecchio del suo Paese gli fece scoprire che Qualcuno lo chiamava…

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Un po’ di storia

Un ciabattino, di nome Martin Avdeic, aveva perso la moglie e i figli e per questo rimproverava Dio. Poi un giorno, un vecchio del suo villaggio, che era diventato un pellegrino e aveva fama di santo, andò a trovarlo e gli disse che doveva capire come il Signore voleva che lui vivesse, invitandolo a leggere il Vangelo.

Martin lesse il brano in cui un ricco fariseo aveva invitato il Signore in casa sua e si era scandalizzato perché Gesù dava invece retta a una peccatrice che gli lavava i piedi con le sue lacrime. All’imporvviso udì una voce che gli diceva che “domani” sarebbe venuto.

Passò un vecchio infreddolito di nome Stepanic, che Martin accolse ma aspettava ancora l’uomo della voce…poi passò una povera contadina col figlio: Martin la fece entrare in casa e le offrì da mangiare e del denaro.

Poi Martin sventò persino una rapina – un ragazzino stava rubando una mela a una vecchina – e riuscì a riconciliare i due. E intanto aspettava ancora…

Riaprì la Bibbia e sentì le voci dei poveretti che aveva appena soccorso, dire “Sono io”. Sulla pagina di Vangelo c’era scritto: “Ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi dissetaste, fui forestiero e mi accoglieste. Quanto avete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli, l’avete fatto a me“.

Una fiaba, tanti significati

Secondo quanto si apprende dell’enciclopedia online Wikipedia, supportata da fonti francesi che sembrano, in questo caso, attendibili, il titolo della fiaba di Lev Tolstòj sarebbe in realtà Dove c’è amore c’è Dio. L’opera è una rielaborazione del racconto Le pére Martin scritto dal pastore protestante francese Ruben Saillens (1855-1942) ed edito nel 1881.

Lev Tolstòj ne lesse una traduzione in lingua russa, che non menzionava l’autore, e così rielaborò e ampliò il racconto ambientandolo in Russia, facendolo pubblicare per la prima volta anonimo sulla rivista “Russkij rabocij” (L’operaio russo) n. 1 del 1884 col titolo “Djadja Martyn” (Zio Martyn). Nel 1886 il racconto, col titolo “Dove c’è amore c’è Dio“, fu invece inserito in un volume edito a Mosca da Posrednik assieme ad altri otto, tutti con la firma di Lev Tolstòj.

Il volume venne tradotto lo stesso anno in lingua francese e poco dopo Tolstòj ricevette una lettera di Ruben Saillens che lo accusava di plagio e chiedeva spiegazioni. Tòlstoj rispose a Saillens, scusandosi per l’errore: non sapeva chi fosse l’autore del testo originario e l’indicazione che il racconto fosse una rielaborazione, e non una storia originale, era stata prevista dallo stesso Tolstoj ma non era apparsa sui volumi stampati in Russia e in Francia per una serie di problemi tipografici.

Qualche aneddoto

L’autore, noto, più che per le fiabe, per i romanzi Anna Karenina e Guerra e Pace, uomo travagliato, nei suoi capolavori letterari fa trasparire la sua ricerca religiosa attraverso il cristianesimo e altre religioni e ripropone i grandi temi della vita e della morte. In costante ricerca e mai soddisfatto dalle risposte che trovava, non dimenticò mai però il senso del mistero, che permane in tutte le sue opere.

Tolstoj morirà «sulla strada» il 20 novembre 1910, in una stazione ferroviaria, dopo una fuga rocambolesca da casa e dopo essere rimasto per due giorni sulla soglia di un monastero senza decidersi ad entrare (e senza che i monaci lo accogliessero).

Cosa c’è da imparare

La favola insegna che nei poveri e nei derelitti c’è sempre un’immagine del Mistero. E che, aiutando loro, aiutiamo anche noi stessi a essere più felici.

 

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