Casa dolce casa, conversazioni sul concetto di abitare da Ikea

 

Qualche settimana fa sono stata invitata alla presentazione della quarta edizione del report Life at Home, l’indagine che IKEA realizza ogni anno per indagare sogni, aspirazioni e pensieri delle persone intorno alla propria casa. Si tratta di una ricerca di tipo quali-quantitativa, che utilizza sondaggi e interviste approfondite nelle abitazioni dei partecipanti, condotta in oltre 22 Paesi del mondo e che ha coinvolto oltre 21.000 persone.

L’idea della giornata era condividere i dati emersi dal lavoro e condividere riflessioni sul concetto di casa, tanto diverso da quello di abitazione. Nella casa, in tutte le case, inevitabilmente resta impresso qualche pezzo di noi, motivo per cui spesso la casa suscita sentimenti ambivalenti. Capita a tutti di amarla e odiarla allo stesso tempo, no? E’ troppo piccola, non ci sono armadi, vorremmo una cucina molto più spaziosa, eppure siamo affezionatissimi alla sua luce, alla vista dalla finestra della camera da letto o al nostro salotto. Per capire l’attaccamento alle mura domestiche, basta guardare le reazioni di un bambino quando si prospetta l’ipotesi di cambiare casa: il panico! Anche se tu gli prometti una camera di giochi tutta per lui, l’idea di lasciare il posto famigliare in cui vive lo destabilizza.

Tornando al report Life at Home, in evidenza ci sono 5 principali conflitti che ci legano alla nostra casa.

 

L’importanza di oggetti con un valore VS l’ansia di fare spazio

Un punto in cui mi riconosco in pieno,  sempre in bilico tra la voglia di liberarmi di tutto e vivere da eremita e il piacere di ritrovare in un vecchio cassetto qualche cimelio del passato. Ci vorrebbero scaffali magici, in grado di restituirti gli oggetti quando sei in vena di ricordi e di farli sparire in tutti gli altri giorni dell’anno.

La necessità di spazio e cose personali VS la lotta per richiederli

Quando si vive in 5 più un gatto in una casa negoziare ciò che è tuo e mio può diventare una battaglia piuttosto snervante. Secondo la ricerca Ikea di tutte le discussioni che si hanno in casa, il 14% trae origine da una qualche intrusione nello spazio altrui. Dal posto a tavola allo spazio sull’attaccapanni per le proprie giacche, non capita anche a voi di litigare per un posticino tutto vostro?

Casa è sentirsi pienamente insieme VS la frenesia del mondo esterno che ci distrae

Riuscite quando chiudete la porta di casa a staccare con tutto il resto del mondo e a essere davvero presenti, senza distrazioni? Non è facile, almeno così afferma il 13% degli italiani intervistati.

Le infinite possibilità della tecnologia VS le sue conseguenze negative per l’unione domestica

La tecnologia fa ormai parte delle nostre vite, ma in casa ogni tanto bisogna dare dei limiti, se si vuole mantenere alto il livello delle relazioni. Dallo studio si vede che 5 genitori su 10 impongono dei limiti ai propri figli sull’uso del telefono a tavola. Da noi invece dopo una certa ora, di sera, scatta il coprifuoco tecnologico e si mandano a nanna tutti i device, per tornare ai cari vecchi libri di carta.

La casa in costante evoluzione VS il desiderio di vederla “finita”

Sappiamo bene che la nostra casa non sarà mai finita, ma è un processo che di evolverà negli anni insieme a noi, Però ci sono alcune persone che convivono allegramente per anni con gli scatoloni e i fili al posto dei lampadari e altre che vanno in ansia se non è tutto a posto. Dall’indagine pare che il 12% degli italiani vorrebbe realizzare i cambiamenti tutti in una volta, ma sente di non averne l’energia. Un ulteriore 25% esita a iniziare per paura di non finire. E il 22% non riesce a capire come gestire i propri spazi mentre si apportano le modifiche desiderate. Volete sapere come la vedo io?

Personalmente sono pigrissima quando si tratta di intraprendere qualche lavoro in casa e di solito programmo le migliorie per i mesi estivi, così è sempre mio marito a gestire muratori, pittori e falegnami 🙂 #conversazioni #lifeathome

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Dove vuoi andare?