Pappa: Chi fa da sé non fa per tre! Parliamone…  

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La tentazione del fai-da-te nel momento dello svezzamento è forte. Ho incontrato tantissime neomamme che passavano la giornata ai fornelli, a sbucciare, bollire, sterilizzare e sminuzzare ortaggi o frutta. Sceglievano con cura le materie prime al mercato e poi si mettevano al lavoro per preparare con amore le pappine e brodi dei primi pasti dei loro bebè, in nome della sana alimentazione. Magari poi succede che queste mamme al supermercato saltano senza indugio il corridoio del baby food…

Tuttavia, non bisogna mai dimenticarsi che, in tema di alimentazione, un bambino fino ai tre anni non è un piccolo adulto, ma ha esigenze nutritive specifiche e deve essere supportato nel migliore dei modi rispetto alle sue diverse fasi di crescita. Proprio per questo motivo la legislazione sui prodotti alimentari destinati ai bimbi inferiori ai tre anni è particolarmente severa, con parametri molto più rigidi rispetto a quelli che regolano i normali prodotti per gli adulti. Paradossalmente, una carota fresca raccolta dal contadino nel suo orticello, potrebbe essere meno sicura per un bambino, rispetto a un omogenizzato di ortaggi, preparato da un’azienda specializzata in prodotti alimentari per l’infanzia.

I pregiudizi sul cibo per bambini sono duri a morire e sono ancora in tanti a credere che dentro i vasetti siano nascosti chissà quali strane sostanze e preferiscono fare da soli.

Il progetto Nutripedia, di cui abbiamo già parlato nei mesi scorsi, nasce per fare chiarezza su questo e tanti altri temi legati all’alimentazione nei primi mille giorni di vita e si propone di intercettare e smascherare bufale, mode e fake news che circolano in rete.

A proposito di mode, una delle più rischiose per la salute futura dei bambini è la dieta vegana o vegetariana, proposta in fase di svezzamento, seguendo il proprio credo.

Eppure da mamma, prima di proporre un regime alimentare restrittivo a un bimbo che è in fase di crescita, ci penserei mille volte, documentandomi molto bene. Se per un organismo adulto la scelta di non consumare prodotti di origine animali può anche essere valutata con l’aiuto di un esperto, per un bimbo inferiore ai tre anni può essere un’idea rischiosa oltre che di complicata gestione per la famiglia. Se infatti vogliamo essere sicuri di garantire ai nostri piccoli tutto il fabbisogno di nutrienti necessari alla sua crescita, la dieta vegetariana o vegana deve essere seguita passo passo da un medico o un nutrizionista e mai improvvisata. Per scongiurare il rischio di danni neurologici da deficit di vitamina B12, bisogna monitorare continuamente l’andamento della dieta e assicurarsi che il bambino riceva apporti adeguati, tra l’altro di vitamina B12, vitamina D, acidi grassi omega 3 (in particolare DHA) ferro, zinco e calcio.

Come vedete, in fatto di nutrizione, non sempre chi fa da sé fa per tre: specialmente quando in ballo c’è il benessere presente e futuro dei nostri figli, affidarsi al parere degli esperti, informandosi solo da fonti autorevoli è sempre la via più giusta.

 

Post in collaborazione con il Progetto Nutripedia

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