Kinderometro, il barometro per misurare il rapporto genitori/figli

kinderometro

Per misurare la temperatura agli affetti famigliari serve il Kinderometro!

Se anche voi fate parte della fitta schiera di genitori moderni in perenne lotta con sensi di colpa nei confronti dei vostri figli, potete tirare un bel sospiro di sollievo perché i vostri bambini sono molto più soddisfatti del vostro lavoro di quanto pensiate!

Il dato emerge da kinderometro, il rilevatore di piccoli momenti, un’indagine condotta da Ipsos per Kinder allo scopo di misurare lo stato del rapporto genitori/figli in 5 diversi paesi europei.

Ho partecipato alla presentazione della ricerca qualche giorno fa a Milano, dove abbiamo condiviso dati e impressioni insieme a Camila Raznovich in qualità di moderatrice e di mamma, Andrea Alemanno (Responsabile dipartimento CSR e sostenibilità di IPSOS Italia), Elisabetta Scala (Vicepresidente del MOIGE), Barbara Stefanelli del Corriere della Sera e allo psicoterapeuta Alberto Pellai. Il lato a mio avviso più interessante di questa indagine è il doppio binario sulla quale scorre, perché sono stati intervistati 500 genitori e 500 figli per scoprire che i punti di incontro sono moltissimi. Anzi, spesso i ragazzi sono molto più di manica larga di noi nel giudicarci.

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Mamme e papà moderni sono infatti super-esigenti con sé stessi e sempre a caccia di perfezione in ogni campo, si destreggiano a fatica fra l’imporre una disciplina, incoraggiare l’autonomia e senso di protezione. Spesso però in questa corsa a ostacoli, rischiano di perdere di vista quello che davvero conta per essere tutti felici.

I momenti che avvicinano genitori e figli

Se c’è infatti un punto dolente che emerge all’interno del #Kinderometro è che i bambini (anche i più cresciuti!) vorrebbero giocare di più in famiglia, desiderio che non sempre viene accolto dai genitori, per mancanza di tempo o perché si privilegiano altri aspetti della vita.

Questo ci dovrebbe far riflettere tutte le volte che ci affanniamo per cercare di rendere perfetta e organizzata la vita dei nostri figli, riempiendola di attività e cose materiali, quando invece a loro manca soprattutto un’imperfetta ora di gioco e di sane risate in nostra compagnia. Il consiglio è sfruttare tutti i piccoli momenti di condivisione, perché sono proprio quelli che fanno da collante nel legame con loro.

Che siano i dieci minuti a piedi tutte le mattine andando a scuola (tanto importanti per i bambini italiani rispetto agli stranieri!) o i lunghi tragitti passati in macchina per accompagnarli alla partita di calcio o, come invece capita a Camila Raznovich, i viaggi dall’altro capo del mondo, sola, con le sue due bambine, ogni occasione va vissuta fino in fondo, cogliendone l’attimo per dirla con Alberto Pellai. Meno piani per disegnare ai bambini un radioso futuro e più attenzione al presente è forse il miglior rimedio per rinsaldare il rapporto genitori/figli!

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Il mio intervento da mamma blogger verteva sull’uso della tecnologia, perché se è importante trovare spazi di condivisione lontano dagli schermi, è anche vero che attraverso il digitale si aprono nuovi spazi di comunicazione fra le generazioni. Io l’ho sperimentato con whatsapp, che mi rende ogni giorno più vicino ai miei tre ragazzi: la chat di famiglia è un elemento che unisce genitori e fratelli 2.0 ed è diventato il luogo per scambiarsi informazioni, foto, ma anche pensieri ed emozioni.:)

 

 

 

 

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