Chi ha inventato le vacanze?

vacanzeTutti ne parlano, qualcuno le fa, qualcun altro ambirebbe tanto ad averle tutto l’anno, ma chi ha inventato le vacanze?

Una invenzione molto recente ed esclusiva

Le vacanze come le intendiamo oggi non ci sono sempre state, anche se il nome è molto antico.

Vacanza deriva dal latino “vacare“, tempo vuoto.

Le prime vacanze nascono nell’Ottocento ed erano solo per i ricchi.

Con l’avvento dell’industrializzazione, le persone soprattutto quelle che vivevano in città iniziano ad avere bisogno di andare in villeggiatura.

Le prime mete erano in campagna per respirare aria buona. Ma già a partire dal 1822 quando a Dieppe, in Francia, nasce il primo stabilimento balneare iniziano a scegliere anche altre mete.

Dove sono nate le vacanze in Italia?

Lo Stato che per primo ideò un periodo di ferie “pagate” esteso a tutti i lavoratori fu la Francia.

Il progetto di legge fu presentato e approvato nel 1925; ma la legge venne promulgata dal Front Populaire solo undici anni dopo, il 20 giugno 1936.

In Italia venne sancito il diritto al riposo nel 1927 e, solo nel 1948, la Costituzione repubblicana stabilì il concetto di “vacanza obbligatoria”:
Il lavoratore ha diritto a ferie annuali retribuite e non può rinunziarvi” (art. 36).

Vacanze sì

Poesia di Roberto Piumini

Vacanze, sì, però non per la mente,
perché il pensiero non finisce mai,
e l’occhio vede e l’orecchio sente,
c’è mondo, vita, gente ovunque vai.

Non c’è la classe ma amici nuovi:
una piccola classe all’aria aperta.
Non c’è palestra eppur ti muovi.

Niente lezione, ma c’è la scoperta.
Vacanze sì, ma che giorno noioso
Quello passato senza imparare!

Il mondo è un libro vivo e avventuroso
con pagine di cielo terra e mare.

Il paese delle vacanze

Filastrocca di Gianni Rodari

Tratta da “Il secondo libro delle filastrocche” – Edizione Einaudi Ragazzi

Il paese delle vacanze
sulle carte non è segnato,
ma di tutti i paesi
è certo il più beato.
Ci vanno, dopo gli esami,
scolari e studenti
e ci trovano da svolgere
temi facili e divertenti:
“nuotare a rana e a farfalla”,
“fare un tuffo dal trampolino”,
“piantare la tenda
all’ombra di un pino”.

Nel paese delle vacanze,
mettendo da parte i pensieri,
ci va gente di ogni specie:
operai, ragionieri,
signori e signorine
dell’alta società,
(qualcuno, a dire il vero,
tutto l’anno ci sta…).

Però conosco molti
che non ci sono mai stati.
Eppure, vi assicuro,
non si tratta di bocciati.
Laggiù non contano i voti,
contano solo i quattrini:
costa caro il mare azzurro
e costa anche l’aria dei pini.

 

 

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