Pioggia e temporali estivi perché si verificano

pioggiaTalvolta in estate si scatenano pioggia, tuoni e fulmini.

Scopriamo l’origine di questo fenomeno atmosferico che data la sua intensità in alcuni episodi provoca seri danni ed allagamenti.

Perché la pioggia cade copiosa ad agosto?

I temporali estivi si verificano spesso proprio a causa del grande caldo.

L’aria, a contatto con il terreno caldo, perde densità, si alleggerisce e inizia a salire verso l’alto. Pensate a quello che accade in una pentola che bolle quando l’acqua viene scaldata dal fuoco.

Il “segreto” dei temporali sono infatti i moti convettivi, che spingono a salire i fluidi caldi, accompagnandoli di nuovo in basso una volta raffreddati.

Nel caso dei temporali succede proprio questo. Una “bolla” d’aria si scalda e comincia a galleggiare via via più in alto. Se la colonna d’aria sovrastante è instabile, cioè più fredda in quota, la massa d’aria acquista velocità e comincia a condensarsi, dando origine alla nuvola.

Se l’energia in gioco è sufficiente, il meccanismo comincia ad autoalimentarsi richiamando altra aria calda dal basso.

Il risultato è una formazione nuvolosa imponente con base a 2000 metri dal suolo che può essere spessa anche 10-11 km, arrivando a toccare il margine inferiore della troposfera, a 12-13 chilometri da terra.

Al suo interno i moti verticali dell’aria possono raggiungere anche i 40 metri al secondo.

L’attrito tra le gocce d’acqua e le polveri disperse in atmosfera carica la nuvola di elettricità statica che, se prodotta in eccesso, si scarica a terra creando un fulmine.

Pioggia d’agosto

Poesia di Guido Gozzano

Nel mio giardino triste ulula il vento,
cade l’acquata a rade gocce, poscia
più precipite giù crepita scroscia
a fili interminabili d’argento…
Guardo la Terra abbeverata e sento
ad ora ad ora un fremito d’angoscia…

Soffro la pena di colui che sa
la sua tristezza vana e senza mete;
l’acqua tessuta dall’immensità
chiude il mio sogno come in una rete,
e non so quali voci esili inquiete
sorgano dalla mia perplessità.

“La tua perplessità mediti l’ale
verso meta più vasta e più remota!
È tempo che una fede alta ti scuota,
ti levi sopra te, nell’Ideale!
Guarda gli amici. Ognun palpita quale
demagogo, credente, patriota…

Guarda gli amici. Ognuno già ripose
la varia fede nelle varie scuole.
Tu non credi e sogghigni. Or quali cose
darai per meta all’anima che duole?
La Patria? Dio? l’Umanità? Parole
che i retori t’han fatto nauseose!…

Lotte brutali d’appetiti avversi
dove l’anima putre e non s’appaga…
Chiedi al responso dell’antica maga
la sola verità buona a sapersi;
la Natura! Poter chiudere in versi
i misteri che svela a chi l’indaga!”

Ah! La Natura non è sorda e muta;
se interrogo il lichène ed il macigno
essa parla del suo fine benigno…
Nata di sé medesima, assoluta,
unica verità non convenuta,
dinanzi a lei s’arresta il mio sogghigno.

Essa conforta di speranze buone
la giovinezza mia squallida e sola;
e l’achenio del cardo che s’invola,
la selce, l’orbettino, il macaone,
sono tutti per me come persona
hanno tutti per me qualche parola…

Il cuore che ascoltò, più non s’acqueta
in visïoni pallide fugaci,
per altre fonti va, per altra meta…
O mia Musa dolcissima che taci
allo stridìo dei facili seguaci,
con altra voce tornerò poeta!

 

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