Avete mai sentito i vostri nonni o i vostri genitori usare frasi strane e divertenti come “Chi dorme non piglia pesci” o “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”? Si tratta dei proverbi e dei detti popolari.

Sono come dei piccoli indovinelli o dei puzzle di parole che una volta risolti ci svelano preziosi insegnamenti, fanno parte della nostra tradizione linguistica e vengono tramandati di generazione in generazione. Conoscete il loro significato? Sapete qual è la loro origine e perché sono nati?

Oggi andiamo alla scoperta di uno dei più popolari proverbi della lingua italiana: “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”.

Significato

“Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco” significa che non bisogna mai cantar vittoria troppo presto perché nulla è scontato. Che non bisogna fare affidamento su qualche cosa prima di essere certi di averla a nostra disposizione. Che non bisogna esultare per un traguardo prima di averlo effettivamente raggiunto.

Il gatto è un animale agile e imprevedibile e quindi chiuderlo dentro un sacco non è un’azione sicuramente facile, perché in un attimo potrebbe liberarsi. È inutile dire di aver preso un gatto e averlo messo dentro un sacco prima di averlo effettivamente fatto.

Origine del proverbio

In merito alla sua origine, alcuni sostengono che possa derivare dall’espressione “Non dire quattro se non ce l’hai nel sacco”, nella quale quattro sta per quattrino, moneta, mentre sacco per tasca. Il significato originale, dunque, è di non vantarsi di avere dei soldi prima di averli nella propria tasca.

Un’altra tesi fa risalire l’origine del proverbio ad un fatto storico avvenuto nel XV secolo: l’assedio di Chioggia da parte della Repubblica di Genova. Fra le truppe che combattevano a fianco dei Genovesi c’erano quelle dei Fieschi, che avevano come simbolo un gatto e il loro motto era “Gatto! Gatto! Gatto!”. Durante l’assedio, però, i soldati evitarono di gridare “Gatto” finché la città non fosse stata conquistata.

I gatti sono i protagonisti di molti proverbi e detti popolari. Eccone alcuni:

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Alla prossima avventura linguistica!