In vacanza con i bambini: casa o albergo?

Cominciamo col dire che le vacanze in famiglia non sono affatto vere vacanze nel senso tradizionale del termine e che la formula magica fatta di relax, sonno, sole, mare, drink e buon libro una mamma può tranquillamente scordarla, almeno fino a che i pargoli partiranno da soli con lo zaino in spalla e lì saranno altri dolori (:; eppure ci sono vacanze con bambini al seguito che non si scorderanno mai. Indimenticabili nel bene o nel male.

A volte basta un dettaglio per trasformare una villeggiatura da sogno in un incubo (leggi la varicella alle Maldive), altre invece l’errore è alla base, nella scelta del luogo o della location. E di solito quando si sbagliano le premesse di una vacanza formato famiglia, una volta partiti non può che andare peggio. A noi è capitato qualche anno fa, quando abbiamo deciso di trascorrere un periodo dell’estate in Corsica, in un delizioso alberghetto sulla spiaggia gestito da tre sorelle zittelle, assolutamente allergiche alla categoria bambino. Un posto che conoscevamo bene, perché c’eravamo già stati anni prima, per qualche giorno di tranquillità da coppia senza bambini; peccato che questa volta di figli ne avessimo due, oltretutto nell’età piuttosto critica di 3 e 1 anno. Insomma, un hotel kid un-friendly in terra straniera e senza neppure il servizio ristorante non poteva certo promettere bene, ma noi abbiamo voluto sfidare la sorte, riuscendo addirittura a convincere le bisbetiche proprietarie a ospitarci qualche volta nella loro mega cucina per preparare le pappe alla piccola. Da genitori inesperti, all’epoca ci domandavamo ancora perché esistessero i family hotel, quei luoghi infernali pieni di poppanti, gonfiabili, strilli e genitori apprensivi quando si poteva andare invece in un albergo normale portandosi dietro i propri figli. E no che non si poteva!

Ce ne siamo resi conto proprio lì, quando dopo la prima settimana di soggiorno, una delle proprietarie si è offerta di aiutarci a trovare una sistemazione più adatta a noi, perché tutti gli altri ospiti si erano lamentati della confusione. Effettivamente, dando uno sguardo in giro, di bambini -a parte i nostri- ce n’erano ben pochi e quei pochi tutti francesi, che -si sa- sono modificati geneticamente per non rompere le scatole ai genitori. Tornando a noi, ecco la scena: invitati gentilmente a lasciare l’albergo in pieno agosto, in un paesino di poche anime, che registrava il tutto esaurito dei residence da famiglia, che a quel punto cominciavano a sembrarci un miraggio, non fosse altro per l’idea di avere a disposizione lavatrice, frigorifero e micro-wave.

E così la vacanza è continuata forzatamente nell’alberghetto di charme, fra le sbobbe cucinate di straforo nelle cucine dell’hotel e sbrodolate sul patio vista mare mentre i turisti guardavano con disgusto sorseggiando Pastis, il supplizio quotidiano di cercare un ristorante dove non eravamo ancora stati a fare figuracce, le sveglie notturne con bambini frignanti tutti in una camera appassionatamente e la spola continua con la lavanderia a gettoni del paese di fianco. Certo la spiaggia era comoda e il bellissimo mare ci ripagavano un po’ della fatica, ma da quella volta ho capito la grande verità, che con i bambini al seguito la casa è molto ma molto meglio dell’albergo! Toccherà fare i letti e passare la scopa ogni tanto, ma lo stress che ti risparmi se non hai tirato su due mummie, è tutta salute! Poi senti le amiche che ti dicono: ” E la spesa? Cucinare anche in vacanza, ma chi te lo fa fare?” Risposta: nulla vieta di trascorre tutte le sere al ristorante, ma se una volta vuoi placare le belve affaticate dalla giornata di sole con una bella pasta in bianco, puoi! #vacanzacompleta

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