Assegno universale di natalità: ecco il bonus bebe 2020

bonus bebe 2020

Ecco cosa prevede il Family Act: bonus bebe 2020 e le misure del governo a sostegno delle famiglie

Le nascite calano in Italia e sempre più donne sperimentano l’impossibilità di conciliare famiglia e lavoro.
Il futuro delle famiglie non sembra tanto roseo, per invertire la rotta servono azioni concrete che rimettano al centro il valore della famiglia e dell’individuo.

Lunedì 17 febbraio, Elena Bonetti, ministra della famiglia e delle pari opportunità, ha presentato a Milano le principali linee guida del Family Act, un pacchetto di misure a sostegno delle famiglie, discutendone con Alessia Cappello e Ada Lucia De Cesaris.

 

bonus bebe 2020

 

Ecco i primi passi per il 2020:

  • Assegno universale per tutti i nuovi nati: ogni bambino nato o adottato è un valore da custodire. Per questo, nel 2020, tutti i nuovi nati (o adottati) riceveranno un assegno universale (da 80 a 160 euro al mese). Si tratta del primo provvedimento anche economico che troverà ulteriore sviluppo nel 2021, con l’obiettivo di incentivare la natalità e sostenere le famiglie specie se numerose (l’assegno sarà proporzionato al reddito della famiglia, con un coefficiente moltiplicativo a partire dal terzo figlio).
  • Riconoscimento delle spese educative: le famiglie sono soggetti protagonisti anche nell’educazione. Le spese per gli asili nido, per la baby sitter, per materiali scolastici e corsi saranno rimborsati o defiscalizzati.
  • Congedi parentali anche ai papà: nel 2020 il congedo sarà di 7 giorni. Ancora pochi per riconoscere il ruolo centrale del papà fin dai primi giorni… “una direzione che segna la strada da percorrere” ha dichiarato la ministra, in attesa che ci siano coperture economiche per arrivare a periodi ben più lunghi.
  • Contributi per chi frequenta l’asilo nido: per il 2020 è stato stanziato un contributo da 1.500 a 3.000 euro all’anno per sostenere le famiglie che pagano la retta di un asilo nido.

 

Accanto a queste misure, sono state definite altre azioni a favore della parità di genere. Il mondo del lavoro in Italia, infatti, vive un paradosso: le ragazze si laureano in numero maggiore e con performance migliori ma hanno meno opportunità di trovare lavoro e spesso sono impiegate con qualifiche inferiori.

“È come se allenassimo una squadra di talenti per poi lasciarli in panchina” ha commentato la ministra Bonetti. Incentivare l’occupazione femminile non significa varare misure “assistenziali” ma liberare risorse preziose che portano valore alla società e allo stato.

Per questo è necessario riorganizzare i tempi del lavoro, incentivare lo smart working, favorire il rientro dopo la maternità. Diventare mamme non è uno stop dal mondo del lavoro ma un’esperienza che va premiata e che permette di acquisire delle soft skill preziose.

Il modello a cui guardare, in questo campo, è quello francese: in Francia, i premi di produzione vengono assegnati anche a chi è in maternità perché viene riconosciuto il suo ruolo come parte di una stessa squadra.

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