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Come un gatto in tangenziale per una serata-cinema con la famiglia
Qualche sera fa abbbiamo visto in anteprima il nuovo film Come un gatto in tangenziale di Riccardo Milani con Antonio Albanese, Paola Cortellesi e Claudio Amendola. Sarà in tutte le sale dal 28 dicembre ed è un film perfetto per una serata-cinema in famiglia, con figli dai 10 anni in su.
A noi il film è piaciuto a cominciare dal titolo geniale, che è un colorito modo per dire che una cosa non durerà molto.
La storia fa ridere e pensare nello stesso momento e ci ha offerto spunti per una chiacchierata tutti insieme su temi per nulla banali, come l’integrazione sociale, l’ipocrisia di certi intellettuali e la vita in periferia.
Albanese e la Cortellesi inscenano 2 personaggi opposti, per carattere, appartenenza e modelli di vita che si incontrano per via di una love story fra i figli adolescenti e finiscono per piacersi nonostante le differenze.
Lui, Giovanni, borghese sempre in giacca e cravatta, super-intellettuale, politico illuminato impegnato per l’integrazione delle periferie, che però la prima volta che finisce a Bastogi, dove vive Monica ha un coccolone. Monica, coatta e tatuata col marito carcerato, che abita ai confini della realtà e quando arriva a Capalbio tra i radical chic sembra un pesce fuor d’acqua.
Una sola missione inizialmente li unisce: boicottare la simpatia nata tra i loro due figli, ma per portare avanti il compito di separare la strana coppia, saranno costretti a conoscere i loro rispettivi mondi, a capirsi e forse innamorarsi.
E’ una storia leggera, ma mai superficiale, che riesce a trattare argomenti seri senza farci perdere il sorriso sulle labbra. Alcune scene sono esilaranti come le rispettive domeniche al mare, prima a “Coccia dei Morti”, guidati da Monica e poi a Capalbio, ospiti da Giovanni, con tutti gli stereotipi del caso.
Ma il più grande pregio del film è quello di mettere a nudo l’ipocrisia con cui dobbiamo confrontarci tutti i giorni, perché spesso tra parole e fatti ci passa in mezzo un fiume in piena di sentimenti contrastanti.
Lo consigliamo a chi ha figli della stessa età dei protagonisti, ma anche a chi ha ragazzini più piccoli, che hanno voglia di cominciare a guardare i film “dei grandi”, perché non ci sono scene volgari o non adatte. Insomma, non vogliamo rovinarvi la visione, ma invitarvi ad andare al cinema, perché questo è un titolo che durerà molto di più che “Un gatto in tangenziale!”