Un’alba nuova

Qeusta poesia ce la manda Maria Melide (1 novembre 2001).

Vedo sorgere l’alba,
stamattina.
Tra i rami verdi e cupi
del nespolo assonnato,
s’apre grigio il chiarore
all’orizzonte.
Un passero saltella sul terrazzo
e becca qualche grano
di fortuna.
Le case, anch’esse chiare,
chiudono ancora gli occhi
a questo naturale,
staordinario incanto
pien d’Amore,
che precede di poco
il sorgere del sole.
Lungo le strade,
lampioni della notte
ancora accesi,
vegliano sulle cose addormentate;
occhi vigili e attenti
che fan pensare alla più grande LUCE:
all’occhio ancor più vigile di DIO,
LUCE INFINITA per le sue creature,
che va schiarendo sempre più le cose,
e spegne piano tutte l’altre luci,
che nulla sono
se non vivono il LUI,
nel suo riflesso IMMENSO e SENZA FINE.

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