La leggenda di Bagnone

Rugggio ci manda questa filastrocca (14 dicembre 2001).

Tanti ponticelli, esili ed imponenti
scavalcano arzilli impetuosi torrenti,
costruiti con mosaica attenzione,
incastrando pietre in armoniosa fusione.

Una struttura curva unisce la vecchia via
sul selciato scalpita la bianca cavalleria,
montata dai fantasmi dei morti della peste,
tra tuoni e lampi, nelle notti di tempeste.

Saltellano le streghe, sghignazzano gemelle
portando lumi scintillanti di fiammelle.
Nel bosco maligne e malefiche adunate
e sotto la quercia grossa danze sfrenate.

Grida sguaiate con rumori sordi di catene,
degli spettri, rinchiusi a scontare le pene,
provenivan di notte dal cuore del rondello,
morti dalle atroci sofferenze nel castello.

Sul ponte vecchio una nera macabra figura
con falce in mano bloccava l’apertura,
che dava accesso al borgo e alla contrada,
per il viandante attardato per la strada.

Storie che ormai ci lasciano un pó empi,
non sono piú di moda ai nostri tempi.
Udiamo oggi solo rombi e scoppi di motori,
strida di sirene e urli di rauchi cantautori.

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