Nonsense

Ecco la filastrocca senza senso di Beppe (9 settembre 2002).

A scanso d’equivoci
non sento qui voci
equine o asinine
chè matto non son

ma equo e assennato,
quand’anche assonnato,
d’idee non cretine
al mondo fo don.

Donato il cavallo
piantasti un cavillo?
Or mangia il cappello
e chiedi perdon.

Se perdon la strada
in foresta contrada
dal primo che passa
sapran direzion

se son poliglotti
chè, pure se annotti,
non serviran motti
ma basterà il suon

di lingua comune
dall’Alpi alle dune
d’Egitto o alle steppe
del placido Don.

Se placida gracida
la rana, un po’ acida,
vuol dir ch’a traverso
l’è andato un moscon.

Sul moscon nel mare
m’è dolce il remare
e dall’onde cullare
mi lascio nel son.

Se s’assonna il senno
allor sotto il cotenno
(ovver sotto lo scalpo)
ci crescon bestion.

Però già lo dissi
in versi prolissi:
lo zoo non ho in testa,
chè matto non son.

La prova provata
ad un’altra puntata
rimando, ch’è tardi
e ora faccio ron ron.

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