Il farmacista

Ecco la poesia di Antonio (6 maggio 2003).

Dietro il bancone chiunque passa spia
ed in cuor suo gli diagnostica una malattia
però, che strano, nessuno varca la soglia
la gente di medicine non ne ha proprio voglia.

Allora s’arrovella e perde la pazienza:
possibile che si possa star bene senza?
Così con espressione afflitta e sconsolata
aspetta ed aspetta invano l’intera mattinata.

Ma al pomeriggio eccolo di buonumore
parecchi accusano alla testa un acuto dolore
chi l’influenza, mal di gola e nevralgia
tanti son quelli che s’accalcano in farmacia.

Ognuno esibisce la sua ricetta
la signora, il signore, la vecchietta:
a tutti dispensa un’elegante confezione
insieme ad i consigli per la somministrazione.

Sciroppo ed aspirine per tosse e raffreddore
da prendere a distanza ogni quattro ore
supposte per la febbre, gocce per la vista:
si potrebbe vivere senza il farmacista?

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