La leprotta sotto il faggio
Ecco la poesia di Cristina (28 maggio 2003).
Mentre all’ombra di un bel faggio,
era aprile o forse maggio,
se ne stava lì in panciolle
addentando un frutto molle,
una giovane leprotta
marroncina e morbidotta,
respirava aria pulita,
si sentiva favorita.
Lei leggeva un bel libretto
di disegni pieno zeppo
e pensava ai fatti suoi:
“Che bellezze abbiamo noi!
Frutti dolci e profumati
fiori belli e colorati
ombra fresca e riposante
sole caldo e rallegrante!”
Ma una rogna era in agguato!
Le sbucò proprio di lato
un’ochetta fastidiosa
che cianciava senza posa.
Beh, si vede che è destino,
quando stai in grazia di Dio,
che un’ochetta o che so io
ti rovini il riposino!…