Storia di una farfalla: Brunella

Ecco la fiaba di Marta (22 giugno 2003).

“Oggi mi annoio proprio” pensa Brunella ed esce dalla casa per cercare, tra gli alberi, qualcosa da fare.Ha appena piovuto e le foglie sono ancora umide di pioggia. Goccioline luccicanti vi si sono posate sopra e sembrano palline trasparenti come le bolle di sapone che divertono tanto i bambini.
Brunella si ferma a guardarle un momento: adesso brillano sotto il sole, il riflesso di un attimo e poi si dissolvono o cadono tra l’erba. Presto il sole le asciugherà completamente.Vi si specchia dentro e quello che vede le piace molto. Beve qualche goccia e riprende la sua ricerca.
C’è un grosso bruco su un ramo di un rododendro lì vicino e Brunella che si sente in dovere di vantarsi, lo guarda con una certa commiserazione mista a superiorità. “Ciao, come ti chiami?” chiede cercando di utilizzare le buone maniere che le ha insegnato la mamma, ma poi non resiste e aggiunge subito, senza aspettare la risposta: “Quanto sei buffo!” e ride arricciando il nasino. Il bruco non si scompone, sta leggendo un libro illustrato e gli occhiali tondi e spessi gli ricadono un po’ sul naso. Alza solo la testa e la guarda al di sopra delle lenti:”Ciao. Mi chiamo Ruggero.Non pavoneggiaRti, caRa la mia Ragazza, non eRi molto diveRsa da me, sino a poco tempo fa,non te ne Ricordi pRopRio più?”.Forse non dovrebbe diRe tante parole con la R, il signor Bruco, sembra che le arrotoli tutte mentre le pronuncia e nello stesso tempo si restringe un pò anche lui. A Brunella viene da ridere, ma ricorda gli avvertimenti della mamma, cerca di fare l’educata e si contiene anche se a fatica.
” Io, così, così come te?” esclama Brunella “no, io mai! Ma che ti viene in mente? Ma dimmi, piuttosto, cosa stai facendo?”
” Vedi bene, me ne sto qui sul Rododendro (e si arriccia un po’) a Rileggere un libRo sulle Rose (e si arriccia ancora un po’) ma tu non dovRresti Ritornare a casa? Non hai pauRa di perdeRti?” Mamma mia, quante erre!
Per lo sforzo, ora Bruco Ruggero è tutto arrotolato su se stesso, sembra una pallina verde e un po’ pelosa, e ma….adesso non riesce più a srotolarsi. Grida disperatamente qualcosa, ma la sua voce sembra solo un mugolio soffocato e Brunella che non sa bene cosa fare, se mettersi a ridere o spaventarsi, deve avvicinarsi molto per riuscire a capire quello che sta dicendo.
” Aiutami, sono limasto bloccato, mi succede semple così quando plonuncio la elle, non… insomma celca di capirmi, oh! Basta che mi dia un colpetto, ma piano, eh, piano, mi laccomando, ecco così, blava, bravissima, oh, oh grazie, ecco che lespilo” Bruco Ruggero ora è completamente disteso sulla sua foglia, ma è molto arrabbiato: ” E’ tutta colpa tua, io me ne stavo qui a leggeRe tRanquillamente il libro sulle Rose….guaRda….e guaRda! Rose Rosa, Rose Rosse…e tu aRRivi e….oh no, ancola, un’altla volta, aiutami, aiutami, dai pel favole!…Non mi allabbio più con te, te lo plometto!”
Brunella scoppia a ridere, rimane qualche secondo indecisa, ma poi lo aiuta un’altra volta e senza aspettarsi altri ringraziamenti che forse non verranno (abbiamo visto che caratteraccio ha il nostro signor Bruco) si allontana verso il boschetto alla sua destra. Si posa su un ramoscello sporgente per specchiarsi in una grossa goccia d’acqua rimasta imprigionata nella conca di una foglia: si trova carina, con tutti quei colori vivaci, sbatte un pochino le ali e….improvvisamente si ritrova sedere a terra senza capire bene come sia successo. Ha sentito solo tremare il rametto sotto le zampette fragili e, d’improvviso…sbam , sbalzata a terra.
“Ha, ha, ha, ti sta bene! Così impari a disturbare il mio riposino! Che ci fai qui, non osare più mettere le tue zampacce sulla mia schiena, sai, perché potrei irritarmi al punto di trovar piacere a mangiarti.”
Brunella si guarda attorno, ma non vede nessuno, solo il rametto sul quale
era appoggiata, ma i rametti, si sa, non parlano o sì? Sì, evidentemente, perché quello ha parlato. “Ne devi fare di strada per conoscere il mondo – riprende quello (e adesso è proprio sicura che è lui che parla, vede la bocca che si muove !) ma il tono si è rabbonito, forse ha capito che si tratta solo di una farfallina inesperta – ciao, mi presento, sono Insetto Stecco ed è il mio modo di non far capire agli altri che ci sono. Sono bravo, vero?”
Brunella è avvilita e umiliata, è diventata anche rossa ma non vuole farlo capire a quel brutto insetto legnoso e senza ali, si rialza in fretta e vola via senza salutare (chissà che direbbe la mamma con le sue buone maniere!) mentre sente, sempre più umiliata nel suo orgoglio, ripetersi alle sue spalle la risata cavernosa di Insetto Stecco. Brunella vola, vola, non sa bene dove, tanto è sicura di ritrovare facilmente la strada di casa, quando è stanca si posa su qualche foglia, sta bene attenta ad evitare stecchi e rametti, d’ora in poi, visto che non è sicura di saperli ancora distinguere da quell’antipatico di Insetto Stecco.C’è un prato pieno di fiori, sotto di lei, ora, e scopre di aver fame. La mamma le ha insegnato quali sono i fiori che contengono il polline più dolce e le sembra di vederne qualcuno proprio in mezzo al prato, del resto il profumo e il suo istinto faranno il resto. “Quello!” decide e vi si dirige impaziente.Un movimento di ali e Brunella è sulla corolla.
“zzz Ehi, via di qui, e in fretta anche, io lo zzzso che vuoi rubarmi il mio polline ma non ci riuzzzscirai.”
” Chi sei? Come ti chiami?” chiede Brunella, per nulla spaventata ma molto incuriosita, “non ho mai visto un insetto come te. Mangi le stesse cose che mangio io? Davvero? Sei strana, con quel vestito a righe gialle e nere. Cosa sei? Una farfalla anche tu?”
“ZZZZZZ….non mi zzzstordire con le tue continue domande, mi zzzstai facendo girare la tezzzsta. Io zzzsono un’ape, non lo vedi? Zzzsmettila con quezzste continue domande, non ho tempo da perdere, io, devo tornare all’alveare, io!!!”Ma intanto resta lì e non accenna ad andarsene, anzi sembra quasi, sotto a quel tono burbero, contenta di aver qualcuno con cui chiacchierare. Brunella ha deciso che cambierà fiore.
Quell’ape non le sembra molto simpatica e socievole, lei non vuole rubare il polline di nessuno, ha soltanto fame e ha già adocchiato lì vicino, addossato ad un alto muro, un invitante cespuglio che sembra essere stato messo lì in piena fioritura solo per lei.Sta per spiccare il volo quando si sente chiamare: “Zzzscusa, zzzsono zzzstata un po’ bruzzzsca, pozzzssiamo parlare Un pochino, zzzse vuoi, zzzsono zzzsempre zzzsola quando vengo qui a lavorare. Non pozzzsso zzzsempre e zzzsolo lavorare, lavorare, ho decizzzso che mi ripozzzserò prima di tornare a cazzzsa, zzzse tu vuoi zzzscambiare due chiacchiere con me.” ” Bene, di cosa parliamo?” Brunella vuol essere gentile, in realtà quell’ape non le è tanto simpatica, fa un po’ fatica a capirla con tutte quelle zzz…e poi ha fame. Le viene un’idea. “Andiamo a chiacchierare tra i fiori di quel cespuglio, ho un certo appetito.” “Zzzsembra un’ottima idea, andiamo!”
Ma adesso che sono lì, non sanno come incominciare.
” Tu fai le domande, io ti rizzzspondo, cozzzsa vuoi zzzsapere?”
” Zzzscuzzzsa, hai ragione, eccomi qui, mi prezzzsento zzzsubito, sono Ape Cinzzzia, la mia cazzzsa è quell’alveare che vedi laggiù alla tua zzzsinizzzstra. Zzzsiamo in tante, lì dentro, tutte a lavorare, ognuna ha un suo compito precizzzso: adezzzso, per ezzzsempio, Ape Delia zzzsta riparando l’alveare inzzzsieme ad una ventina di zzzsorelle, Ape Ofelia zzzsta occupandozzzsi dei piccoli. Con lei ci zzzsono naturalmente un’altra dozzzzzina d’api. Ape Elia ha accompagnato un gruppo in quella radura per raccogliere quanto più nettare pozzzzsibile per fare il miele. Vedi, ognuno ha un zzzsuo compito ben precizzzso nella nozzzstra zzzzsocietà.””
“Il miele – chiede Brunella – cos’è il miele?”
“E’ una cosa dolcizzzssima, zzzsucculenta, prezzzzzziozzzissima, ma zzzsapessi quanti giorni di lavoro ci cozzzsta, lo facciamo per nozzzstra rizzzserva quando fa tanto freddo, gli uomini lo chiamano inverno, mi pare, quando non ci zzzsono più fiori in giro, ma poi arrivano lo, gli uomini intendo, e ce lo prendono per darlo ai loro cuccioli! Ti zzzsembra giuzzzsto? Ma ora devo proprio andare, zzzsono già in zzzspaventozzzso ritardo, colpa tua, colpa tua, non è colpa mia zzzse tu zzzsei un inzzzsetto impiccione,
zzzsono zzzsicura che all’alveare la regina mi zzzsgriderà, colpa tua, colpa tua, colpa tua….zzzzz”. ” Un po’ izzzsterica, quell’ape – pensa Brunella senza quasi accorgersi che sta esprimendo i suoi pensieri a voce alta ed in apese, per giunto – anzzzii, tanto anzzziozzza quanto izzzsterica”.
Brunella ride pregustando già la dolcezza del fiore sul quale si è posata.
“Ma siete proprio tutti qui! Non si può proprio stare in pace!”
Dal fiore vicino rotola giù qualcosa, un qualcosa di molto irritato e tondeggiante. Brunella lo guarda a bocca spalancata, sembra travestito da pagliaccio con tutti quei puntini rossi sulla schiena!
Un pagliaccio di cattivo umore, però, disturbato all’ora di pranzo, e per giunta sui suoi fiori preferiti.” Oh, e adesso tu chi sei? Uffa uffa, prima ape Cinzia e poi tu, chi sei, chi sei chi sei? Vuoi rispondere o no? Su su su che ho fretta, rispondi, rispondi, rispondi…”
“Ehi calma, che fretta hai? Non lo vedi? Sono una farfalla, mi chiamo Brunella e tu? “So….sono Fio….Fiorella,
la Co…coccinella,
sono mo…molto bella,
che….che….che…t..te ne pare?
Su…su…sul…ma…manto ro…rosso ho se…sette pu…puntini
Ro…rotonti, ne…neri e ab…bastanza vicini
Ti sei ac…corta che se…i sul mio fio…fiore?
E ade…s…s…so, vattene, su per fa…favore
Voglio ma…mangiare/ Non distu…tur…rbare
Co…cos…hai d…da gu…guardare con la b…bocca a…perta
L’ho gi…già capito…ch…che n…non sei e…esp…
UH….UH…una lu…u…na lu…cer…
Gua…guar…da…u…na lu…non ri…ri…dere…scio…c…co…na una…lucertola…su…sul mu…ro lì, là, lì….lì…”
Fiorella Coccinella non parla più in rima, ma Brunella è troppo stordita da tutti quei balbettii per capire. Fiorella Coccinella continua ad agitare freneticamente ali e zampe ma sembra troppo spaventata per trovare la forza di muoversi. “Cos’è una lucertola?” sta per chiedere, quando d’improvviso una bocca maligna si allunga verso di lei. “Wow, cibo, ti mangio!”
La vocina stridente è a un passo da lei, Brunella tenta di allargare le ali.
La domanda le muore in gola, del resto è inutile, adesso sa che cos’è una lucertola. Tocca a lei, ora, restare immobile per la paura…tenta di allargare le ali per spiccare il volo, ma non ci riesce, le ali sembrano incollate, con la coda dell’occhio vede una linguetta avvicinarsi pericolosamente, Brunella fa un salto indietro, e ….si trova miracolosamente sulla schiena di Fiorella Coccinella, le zampette proprio fra quei puntini neri che l’hanno tanto stupita qualche minuti prima.Uno scatto secco, la bocca della lucertola si è richiusa, vuota; Brunella è ormai lontana…sulla groppa a puntini della sua nuova amica.
“Ora s…sì che s…sei al si…sicuro,
sta…i stai…lo…lon…lontana da q…qu…quuel muro,
io ades…so devo anda….andare/ a…fini…fini…re il…di…man…giare.”
Brunella è sola adesso, la lucertola è lontana, e per fortuna le lucertole non volano. Improvvisamente le viene voglia di essere a casa, insieme alla sua mamma e al suo papà e decide di tornare. C’è qualcosa di luccicante tra i rami di quel cespuglio, che bello!!! Brilla al sole e sembra che cambi colore ogni volta che un leggero movimento delle foglie la fa ondeggiare lievemente. Le sembra di ricordare vagamente che la mamma le ha detto qualcosa a proposito di quei fili intrecciati e luccicanti, ma Brunella è talmente affascinata da questa cosa che le sembra una magia, da dimenticare tutto il resto.In questo momento non vuole pensare a quello che le ha detto la mamma e scaccia il ricordo con un frullo d’ali. C’è un animaletto nero nero là in fondo, se ne sta tutto rannicchiato in un cantuccio: sembra aspettare qualcosa. ” Come sei bravo! L’hai fatta tu questa cosa di fili tutta luccicante? Chi sei?Sei così brutto e fai delle cose così belle e complicate!”
Il ragno si muove lentamente dal fondo della sua ragnatela, già, in fondo che fretta c’è? E’ anche gentile il signor Ragno e risponde garbatamente: “Ciao, mi chiamo Ragno Gilberto, ma tu devi stare attenta, farfallina, questo non è posto per te, torna a casa tua, prima che ci ripensi e cambi idea.”
“Ma io ti devo fare ancora un sacco di domande…io voglio sapere. Perché te ne stai lì fermo fermo ad aspettare cosa? Non ti annoi tutto il santo giorno senza fare niente? A cosa servono tutti questi bei fili che brillano al sole?
E quando piove si sciolgono e cadono i tuoi fili?”
Ragno Gilberto la ascolta con pazienza, ci pensa un po’ su, gli scappa anche un sorrisino, non sa se risponderle o no, in fondo è una farfalla bambina e lui non vuole impaurirla, la verità è che una volta una farfalla è rimasta impigliata nella sua ragnatela e lui ha provato a mandarla giù, ma non è riuscito a digerire le ali ed è rimasto con lo stomaco dolorante ad agitarsi per tutto il girono successivo e adesso non ha nessuna voglia di ripetere quella esperienza. Alla fine decide che è meglio non parlare, si gira e ritorna a rincantucciarsi sul fondo della sua tela. Brunella lo guarda andare via, batte un attimo le ali indispettita e si allontana. La via del ritorno le sembra più lunga, adesso, non si era accorta di aver fatto tanta strada.Ma ecco il cespuglio sul muro della lucertola e la lucertola è ancora lì, ferma sotto il sole, ma con una certa aria delusa. Chissà se è riuscita a pranzare oggi!?E quel rametto spoglio, senza neanche l’ombra di una gemma o di una fogliolina, sarà ancora Insetto Stecco che fa finta di essere qualcos’altro?
Curiosa, fruga tra i rami del rododendro fiorito. Il grosso bruco è ancora lì, con la sua espressione scostante e arcigna.
“Ehi, che sei toRnata a faRe, faRfallina (si arrotola un pochino) ma aRRivi pRopRio al momento giusto. RicoRdi il mio libRo sulle Rose? (si arrotola ancora un pochino) Rose Rosse, Rose Rosa, guaRda, e guaRda! Mi sono addoRmentato a pagina tRentatRe ed è Rotolato giù dal RododendRo….OH NO, ancola! NO, NO, aiutami, aiutami, pel favole, slotolami, pel favole, pel favole…favole!”
Ed ecco la foglia nella quale si è specchiata, uscendo di casa, la rugiada non c’è più, ma c’è la mamma, sulla porta di casa e c’è il papà ed un sacco di avventure da raccontare.

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