Adotta un monumento

Ecco la poesia di Maria (5 luglio 2003).

Amici cari fra un po’ andrò a narrare
una toccante storia profonda come il mare
poichè io l’altra sera ho avuto un’esperienza
che m’ ha insegnato a vincer l’impazienza,
la ribellione al vivere civile ed ora ho intento
di rispettar per sempre perfino un monumento.
“Una cosa di pietra?” vi chiederete “Una cosa morta?”
Dentro di voi di certo vi direte: “Ha perso le rotelle!”
Aprite i vostri orecchi, io dico invece a voi: ne udrete delle belle.
Dunque, andavo l’altra notte da sola a passeggiare
con la mia bomboletta già pronta a disegnare
su muri, alte colonne, ovunque capitava,
quando una voce forte mi disse: “Proprio brava!
Davvero coraggiosa se giri nella notte
per imbrattare tutto e non prender le botte”.
“Ma tu chi sei?” risposi “Che vuoi? Lasciami stare.
E come fai a sapere che ho in animo di fare?”
Risposemi quell’essere: “Io son quel monumento …”
Oh qual tagliente voce più gelida del vento!
“che tu vuoi profanare. Mi fecero i tuoi avi
quando di nascer tu ancor non ti sognavi.
Io per memoria ai posteri son stato fabbricato;
per ricordare un tempo purtroppo ormai passato.
Perchè tu vuoi distruggere adesso un bel ricordo?
Ma io invano parlo perchè il tuo orecchio è sordo.
Soltanto una parola io dirti ancor vorrei.
Non ti girar di spalle, ma guarda gli occhi miei:
di lacrime salate per rabbia son bagnati
chè i giovani moderni non son maleducati.
Confusi si, oppressi a volte da una vita amara”.
Udendo singhiozzar la voce ormai un po’ cara
fui presa dal rimorso e un impeto furioso s’impossessò di me.
La verità diceva. “Vuoi cancellar la storia? Su, spiegami perchè.
Inciviltà non cambia la solitaria vita,
dunque a quale pro aver sporche le dita?
Distruggere il passato non serve proprio a niente!”.
Oh, quello sguardo umido! Mi torna ancora in mente!
Allor con tanta forza coi pugni io battei
di quell’odiato essere il petto. E riflettei
come se fossi stato davanti ad uno specchio
e vidi in un sol lampo tutti gli errori miei. Allora presi un secchio
con abbondante acqua, la spugna ed il sapone.
Pulii tutta la notte le mura ed il portone.
Con animo placato, rispetto e riverenza
dissi: “Ora ho io compreso: tu sei la mia coscienza!”.
E mi sentii felice e il mondo parve bello.
Perfino il monumento amai come un fratello.
Di storia antica parla, di gioie e di dolori,
di ciò che avevan gli avi in seno ai loro cuori.
Di sentimenti eterni parla ancor oggi l’arte.
Rispetta ciò che è antico e getta da una parte
ì folli tuoi propositi poichè a nulla giova
celare ciò che serve per una vita nuova.
Perciò io dico a tutti: Vuoi avere il cuor contento?
Invece di distruggerlo, adotta un monumento!.

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