Amaro più del mio destino

Lettera ad un padre dalla figlia spastica

Ecco la poesia di Silvana (14 febbraio 2004).

Mio caro papà,
che ora
giaci presso
gli austeri e muti
cipressi,
tu non m’ispiri,
nella poesia,
perché
quand’eri in vita
non sei stato
un buon esempio
per la tua famigliola:
sei stato amaro
più del mio destino.
Possedevi:
quattro lauree;
in più una specializzazione,
una cultura profonda,
un’estesa conoscenza,
ed eri amante della politica;
e ciò nonostante,
un padre od addolorato,
od impreparato,
nei miei confronti,
tu, fosti?
Poco mi donasti,
addirittura nulla.
Allorché
da bambina
stavo nell’istituto,
distante da casa,
tu, vagamente,
venisti a trovarmi.
Tanti anni di studio,
per la tua responsabilità,
ho perduto.
E, dopo,
non più volesti
che proseguissi.
Questo resterà,
sempre,
il mio unico
componimento poetico,
dedicatoti,
papà!
E m’auguro
che giunga;
là, dove,
tuttora,
si troverà
l’anima tua.
Ora,
non più,
puoi dirmi: “Taci!”
Ricordati
le Parole del Vangelo:
“Sapienti e Dotti della Legge,
se uno di voi,
dice a questi miei piccoli
di tacere,
si metteranno
ad urlare le pietre.”

Papà!

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