Tonino Scribantino e la sua classe di scrittori

Le avventure della maestra Alice

Ecco il racconto di Cristina (19 febbraio 2004).

La maestra Alice era un po’ impensierita da un bambino della sua classe, che se ne stava sempre serio e, al contrario degli altri che la circondavano spesso e volentieri e le andavano vicino con una scusa qualsiasi, lui non le si avvicinava mai.
Un giorno, durante la ricreazione, decise di chiamarlo e di parlarci un po’: “Allora Tonino, che mi racconti? Che hai fatto di speciale questo fine settimana?”
Tonino dapprima rispondeva a monosillabi, ma poi iniziò a sciogliersi e disse: “Maestra, io qui non mi trovo bene perché non sono capace di scrivere! Tutti si scrivono messaggi e bigliettini, invece io non ci riesco proprio!” Era quasi in lacrime, ma almeno aveva detto qual era il suo problema!
La maestra Alice lo rassicurò: “Se questa e la faccenda che ti preoccupa puoi stare tranquillo: io scriverò per te! Quando tu vorrai scrivere qualcosa, verrai da me e me lo detterai: sarò il tuo scriba!”
Tonino sembrò un po’ perplesso, ma non poté sottrarsi all’entusiasmo della maestra Alice e decise che in fondo poteva concederle una possibilità! Così, dapprima timidamente, poi con sempre maggiore convinzione, iniziò a dettare alla maestra, che riscriveva fedelmente sotto il suo controllo, lettere e biglietti assortiti per i compagni, per la mamma ed il papà, per i nonni ed anche per la bidella Lella!
“Certo che ‘sto ragazzino ha proprio un sacco di idee!” pensava la maestra Alice, che non vedeva l’ora di capire come sarebbe andata a finire quella faccenda…
E una bella mattina di sole venne accontentata: arrivando come al solito in ritardo, trovò tutti i bambini intorno a Tonino che scriveva scriveva scriveva… Aveva riempito fogli e fogli, il suo tavolo ed ora stava scrivendo direttamente sulla parete!
Dopo un primo momento di sbigottimento la maestra Alice riuscì a scuotersi e ad intervenire: “Che meraviglia Tonino! Ma se scrivi sul tavolo e sul muro, prima o poi bisognerà pulire e tutte le tue opere andranno perse…”
Tonino si bloccò con la matita a mezz’aria :”Allora che possiamo fare?”
La maestra Alice alzò gli occhi e si prese il mento con aria pensosa:”Mmmm, vediamo…Ma sì! Ho trovato! Possiamo tappezzare questa parete con delle strisce di carta sulle quali potrai scrivere quanto vorrai e quando saranno piene le staccheremo e le metteremo da parte per poi decidere se cucirle insieme per farci dei libri o se le illustreremo e le incolleremo sui cartelloni! Che ne dici?”
Il viso di Tonino si allargò in un sorriso: “Sìììììì! Iniziamo subito!” disse andando all’armadio alla ricerca della carta per foderare la parete.
“Un momento – disse Dario con un’espressione imbronciata a dir poco – perché Tonino può scrivere i libri e noi no? Anche noi abbiamo tante cose da scrivere! Vero ragazzi?” concluse rivolgendosi al gruppetto di compagni che osservava la scena.
Tutti gli altri assentirono con convinzione e la maestra Alice, con il cuore che le scoppiava di soddisfazione, ma con l’aria più innocente e candida del mondo, disse: ” Perché no? Certo che tutti possono partecipare! Forza, organizziamoci!”
Tra grida di entusiasmo tutti si misero al lavoro: chi stendeva i fogli sul pavimento, chi prendeva le matite, chi cercava i colori, chi porgeva alla maestra Alice le puntine ed il martello per attaccare la carta sul muro…
Tutto ferveva di attività: tutti parlavano, commentavano, preparavano, leggevano a voce alta, la maestra Alice batteva con il martello…c’era insomma una confusione notevole!
Proprio quel momento scelse la Direttrice per entrare in classe! E tutti erano talmente impegnati e concentrati nel loro lavoro che non se ne accorsero nemmeno!
Per lo meno non subito…finché la Direttrice non fece finta di tossire per far notare la sua presenza: “Non vorrei disturbarvi …” disse con la sua aria burbera, ma bonaria, con il sorriso negli occhi.
Tutti si immobilizzarono all’istante e la maestra Alice era più imbarazzata che mai: tutta scarmigliata, in piedi sulla cattedra, con il martello in mano e le puntine strette tra le labbra.
“Mannaggia la pupazza! – pensò – mi becca sempre nei momenti più inopportuni! Mai una volta che quando entra possa sentirmi a mio agio, ben vestita, truccata, in ordine e seduta alla cattedra a fare lezione in modo tranquillo come tutte le maestre normali!”
Cercò di sorridere mentre si toglieva le puntine dalle labbra e scendeva dalla sua postazione, tra il silenzio curioso dei suoi alunni che facevano scorrere lo sguardo da una all’altra. “Buongiorno Direttrice! Stavamo…”
“Tranquilli – la interruppe la Direttrice – vi lascio subito ai vostri impegnativi lavori. Sono passata solo per dirvi che ho ammirato i vostri disegni sull’uscita alla fattoria appesi in corridoio e che mi aspetto che continuiate a produrre cose così belle! Per la fine dell’anno mi piacerebbe organizzare una mostra con tutti i lavori dei bambini e quindi serve un sacco di materiale. Posso contare sul vostro aiuto?”
“Certoooo!” risposero tutti in coro e la maestra Alice ringraziò con lo sguardo e col cuore la Direttrice, che le sorrise benevola e la salutò facendole l’occhietto…

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