Il macinino magico
Se vi piace questa fiaba, dovete ringraziare Rita (19 novembre 2004).
In un paese non molto lontano viveva un bimbo di nome Tonino. Era solo al mondo, senza nessuno che provvedesse a lui, per cui viveva come poteva. Il suo lavoro consisteva nell’aiutare a portare le borse piene di cibo le signore che si recavano a fare la spesa al mercato, in cambio di qualche monetina o di qualcosa da mangiare.
Un giorno una ricca signora, impietosita dagli sguardi che Tonino rivolgeva ad un pollo rimasto sullo spiedo di un girarrosto, glielo comprò e glielo regalò. Tonino non aveva mai avuto a che fare con un pollo intero ed il solo pensiero di poterlo mangiare tutto lo emozionava. Però successe che, mentre cercava un posto adatto per consumare tanto ben di Dio, incontrò un vecchietto povero ed affamato che gli disse: “Non mi sembra giusto che tu mangi da solo tutto questo pollo, è troppo per te e potrebbe anche farti male.”
Fu così che Tonino, un po’ per pena e un po’ per generosità, prese il pollo e lo porse al vecchio. Il vecchietto allora gli propose uno scambio: il pollo in cambio di un vecchio macinino. Tonino del macinino non sapeva proprio che farsene, tuttavia per non offenderlo accettò.
Che meraviglia! Nello stesso istante in cui il macinino passava nelle sue mani, il vecchietto sparì. Tonino rimase a bocca aperta, sedette sotto un albero e cominciò a pensare chi potesse essere quello strano vecchio e, pensando e ripensando, si addormentò stringendo al petto il macinino.
Fu proprio mentre dormiva che, inavvertitamente, girò la manovella del macinino e tutto quello che stava sognando divenne realtà. Immagina lo stupore di Tonino quando al suo risveglio trovò materializzato tutto ciò che aveva sognato.
Capì che il miracolo altro non aveva potuto compierlo se non il macinino del vecchio stregone. “Chissà di cosa ancora sarà capace quest’arnese!” Fece girare ancora la manovella del macinino e disse: “Ora vorrei essere rivestito con abiti nuovi.” Detto fatto, si ritrovò vestito di tutto punto e felice.
Purtroppo la felicità di Tonino era destinata a durare poco, infatti, nascosti dietro una siepe, stavano ad osservarlo due brutti ceffi. Erano due pirati che, sbarcati da una nave, girovagavano alla ricerca di un ragazzino da rapire e portare sulla nave. “Che fortuna!”, pensarono i due, “un ragazzino per fare le pulizie a bordo ed un macinino magico, non è roba da tutti i giorni!”.
E così dicendo si avventarono su Tonino che, sorpreso, non ebbe nemmeno la prontezza di reagire. I pirati portarono Tonino sulla nave e gli intimarono di consegnare al loro capo il macinino. Tonino obbedì, il capopirata prese il macinino e credendolo un attrezzo inutile, stava per buttarlo in mare ma uno dei due pirati lo fermò appena in tempo e gli spiegò i poteri del macinino.
Subito il capo volle provarlo… provavò a girare la manovella e ordinare quello che voleva ma il macinino non eseguiva quanto gli veniva ordinato. Allora i pirati pensarono di farlo usare a Tonino, sicuramente a lui avrebbe obbedito. Tonino, impaurito, disse: “Cosa gli devo chiedere?” “Monete d’oro!”, gli rispose il capopirata, e così Tonino, girando la manovella del macinino, cominciò a dire: “Dammi monete, dammi monete …”.
La nave era quasi piena d’oro quando, disperato, dalle cucine venne sul ponte il cuocopirata; era finito il sale e non sapeva come fare per cucinare. “Non preoccuparti”, disse il capo, “il bambino risolverà i nostri problemi”. E così fu, Tonino ordinò al macinino tanto di quel sale che la nave, già carica di monete d’oro, divenne tanto pesante da affondare con tutto il suo equipaggio.
Tonino si mise in salvo e con poche bracciate fu di nuovo a riva, dove lo aspettavano tutti i cittadini di quel paese che, felici per essere stati liberati da quei brutti ceffi, lo portarono in trionfo per tutto il paese.
Ma il macinino che fine ha fatto? E’ ancora nella carcassa della nave pirata che giace sul fondo del mare e non smette ancora di dare tanto tanto tanto sale… ecco perché il mare è salato!