Il Buon Re Venceslao

Se vi piace questa canzone, dovete ringraziare Mita (19 dicembre 2004).

Il buon re Venceslao guardò fuori
Durante la Festa di Santo Stefano
Quando la neve giace tutto attorno
Profonda e soffice e piatta
La luna risplendeva luminosa quella notte
Sebbene il geo fosse crudele
Quando apparve alla vista un poveraccio
Che portava combustibile per l’inverno

“Qui! paggio, e stammi vicino
Se lo conosci, dimmi,
quel contadino laggiù chi è?
Dove e quale è la sua dimora?”
“Sire, vive a più di una lega da qui,
Sotto la montagna
Al riparo della foresta
Presso la fontana di Sant’Anna.”

“Portatemi carne eportatemi vino
Potratemi qui ceppo di pino
Tu e io lo vedremo cenare
Quando porteremo queste cose laggiù”
Paggio e monarca, andarono avanti
Andarono avanti insieme
Attraverso il lamento selvaggio del rude vento
E il rigido clima

“Sire, la notte è più oscura ora
E il vento soffia più forte
Il mio cuore viene a mancare, non so come
Io non posso andare avanti.”
“Segui le mie orme, mio buon paggio
Cammina in esse arditamente
Troverai che l’ira dell’inverno
Gelerà con meno forza il tuo sangue.”

Camminò sui passi del suo signore
Dove la neve recava impronte
Calore era in quelle zolle
Che il Santo aveva calpestato
Quindi siate certi, Cristiani
In possesso di ricchezze e rango
Voi, che ora date misericordia al povero
Troverete voi stessi misericordia.

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