L’ondina

Testo di Jacob e Wilhelm Grimm

Se vi piace questa fiaba, dovete ringraziare Claudia (15 maggio 2005).

Un fratellino e una sorellina giocavano accanto a una fontana, e giocando vi caddero dentro. Là sotto c’era un’ondina, che disse:
“Ora che siete nelle mie mani, vi tocca lavorar bravamente per me”. E li condusse via.
Alla fanciulla diede da filare del brutto lino arruffato e la costrinse a portar acqua in una botte forata; il ragazzo invece doveva abbattere un albero con una scure che aveva perso il filo; e da mangiare non ricevevan che gnocchi duri come pietre.
Alla fine i bambini persero la pazienza, aspettarono una domenica, che l’ondina fosse in chiesa, e fuggirono. Finita la messa, l’ondina vide che gli uccellini avevano preso il volo e li inseguì a gran salti.
Ma i bambini la scorsero da lontano e la fanciulla si buttò una spazzola dietro le spalle, e ne venne una gran montagna di spazzole con mille e mille setole pungenti, su cui l’ondina dovette arrampicarsi con gran fatica; ma alla fine l’oltrepassò.
I bambini se ne accorsero e il ragazzo si buttò dietro le spalle un pettine; e ne venne una gran montagna di pettini, con mille e mille denti, ma l’ondina riuscì ad aggrapparvisi e alla fine passò.
Allora la fanciulla si buttò dietro le spalle uno specchio; e ne venne una montagna di specchio, così liscia, così liscia, che l’ondina non ci si poteva arrampicare.
Allora pensò:
“Correrò a casa, prenderò la mia ascia e spaccherò il monte di specchio”.
Ma prima che tornasse e l’avesse spaccato, i bambini eran già lontani da un pezzo, e l’ondina se ne dovette tornar alla sua fonte.

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