La filastrocca di Pinocchio: 26 – Pinocchio ritrova Geppetto
Testo di Gianni Rodari - Illustrazioni di Raul Verdini
Gli autori hanno pubblicato questo Pinocchio a puntate, tra il 1954 e il 1955, sul giornale per ragazzi "Pioniere". Questa divertente filastrocca non vuole essere altro che una fedele traduzione in immagini e poesia del famoso racconto collodiano. Una semplice interpretazione, un omaggio a Collodi (e in alcuni versi anche un omaggio al signor Bonaventura!).
"La filastrocca di Pinocchio" è disponibile in un volume di Einaudi Ragazzi
Leggiamo insieme: La Filastrocca di Pinocchio – Capitolo 26
Qui continua, aprite l’occhio
l’avventura di Pinocchio
che nel ventre dell’immane
puzzolente Pescecane
chi m ai trova? Il buon vecchietto,
il suo babbo, il suo Geppetto!
Che al chiaror d’un lumicino
sta facendo uno spunto.
Figuratevi i bacioni,
le festose acclamazioni:
“Figlio mio, t’ho ritrovato!
Ora muoio consolato…
“Son due anni al calendario
che qui vivo solitario:
la mia barca naufragò
ed il mostro l’ingoiò.
“Quella volta, caro figlio,
andò a picco anche un naviglio:
si salvarono dai guai
tutti a nuoto i marinai,
“ma lo squalo in un boccone
inghiottì vele e timone,
sgranocchiando senza pena
scafo, ancora e catena.
“Per fortuna, figlio bello,
tra i rottami del vascello
trovai cibi e scatolame
per saziare la mia fame…”
Ma Pinocchio al suo papà
Vuol ridar la libertà:
“Presto, andiam vero l’uscita
ché qua dentro non è vita”.
Vai a: La filastrocca di Pinocchio: 27 – In fuga
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