La filastrocca di Pinocchio: 29 – Pinocchio va a lavorare
Testo di Gianni Rodari - Illustrazioni di Raul Verdini
Gli autori hanno pubblicato questo Pinocchio a puntate, tra il 1954 e il 1955, sul giornale per ragazzi "Pioniere". Questa divertente filastrocca non vuole essere altro che una fedele traduzione in immagini e poesia del famoso racconto collodiano. Una semplice interpretazione, un omaggio a Collodi (e in alcuni versi anche un omaggio al signor Bonaventura!).
"La filastrocca di Pinocchio" è disponibile in un volume di Einaudi Ragazzi
Leggiamo insieme: La Filastrocca di Pinocchio – Capitolo 29
Qui continua, aprite l’occhio,
l’avventura di Pinocchio
che al buon Grillo chiede un letto
per curar babbo Geppetto:
per il freddo e per la fame
s’è ammalato il falegname,
e non c’è pane né panna
nella misera capanna.
Va per latte il burattino
a bussar da un contadino,
e quel latte per pagare
dovrà il bindolo girare.
Con il bindolo che gira
su dal pozzo l’acqua tira:
cento secchi ne ha cavato
fin che il debito è pagato.
Di Pinocchio e del contratto
l’ortolano è soddisfatto:
“Del mio ciuco sei più forte!
Il meschino è preso a morte”.
Nella stalla, in fondo in fondo,
sta il ciuchino moribondo…
Però scorge, da un sol occhio,
il nasone di Pinocchio.
“Son Lucignolo!” egli dice.
Quindi spira, l’infelice.
E Pinocchio all’amicone
dona un mesto lacrimone.
Col bicchier di latte pieno
torna a casa più sereno
ed al babbo giura qui:
“Al lavoro andrò ogni dì!”.
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