Stregatto

Ecco il racconto di Gina che è stato pubblicato sulla rivista nazionale "Samurai" di Milano nel numero mensile di febbraio in versione italiana e inglese. (14 marzo 2008).

Tutto cominciò in un tempo e in Mondo che non si possono dire, quando lo Stregatto, incontrastato sovrano del passato, governava il regno animale.
Un giorno, stufo dell’ozio e della noia, pensò di fare un salto sulla Terra per conoscere l’uomo e magari qualche bella gattina.
Con un balzo felino si tuffò nella notte: il suo pelo rossiccio, per magia, diventò completamente nero, così lo stregatto sparì improvvisamente nel buio, senza dover dare troppe spiegazioni a nessuno. D’altra parte si sa che i gatti hanno un caratterino particolare e che certe volte non vogliono essere scocciati: perché a voi non capita mai?
Comunque, poco dopo la sua sparizione, riapparve, come aveva desiderato, sulla Terra.
Si ritrovò nel bel mezzo dell’inferno di una strada trafficata, ma non se ne diede piena: cominciò a camminare lentamente, con la coda dritta e il passo felpato.
A testa alta, unico sovrano dell’iniquo mondo circostante.
Qualcuno si distrasse, nel vederlo, e questo causò
un tamponamento a catena: non ci furono danni, ma si sa, il pettegolezzo distrugge quello che tocca, così, il povero gatto nero, fu imputato di portare disgrazia.
Si fa presto a buttare la croce sugli innocenti!
Al gatto non piacque per niente essere ritenuto uno jettatore e quindi decise di agire in sua difesa per sfatare l’orribile dicerìa che si stava alimentando alle sue spalle.
Entrò, con la coda più dritta di prima, nel negozio del signor Antonio, il merciaio: gli affari andavano così male che il poveretto stava per chiudere l’attività per fallimento.
Lo stregatto osservò l’ambiente: mamma mia che tristezza! L’arredamento era tutto scuro, le vetrine impolverate, le luci basse… su una poltroncina dalla foderina vecchia e unta stava acciambellata una povera gatta, triste a sua volta, magra e spelacchiata. “MIAOOO” – fece, vigoroso lo Stregatto “miauuuuu” – rispose quella annoiata.
Il gatto a un certo punto si pose nel bel mezzo dell’ingresso, alzò una zampa e la vibrò due volte in aria, come a raccogliere qualcosa dal cielo: l’uomo fu letteralmente inondato da una doccia di polverina dorata, così come la gattina spelacchiata che in un sol colpo ritrovò tutta la sua bellezza felina: finalmente era tutto pulito, tutto luminoso! Sapete,i gatti hanno un debole per l’ordine, il calore, la luce… Mentre Antonio e la gattina erano lì che si gongolavano soddisfatti, ecco che cominciarono ad entrare clienti, uno dopo l’altro. Antonio non riusciva a credere ai suoi occhi: in pochissimo tempo finì tutte le scorte di magazzino, ringraziando mentalmente il gatto nero.
A proposito di gatto nero… ma dove se n’era andato? E, soprattutto, dov’era finita la gattina???….
Intanto lo Stregatto incontrava altra gente e tutti quelli che entravano in contatto con lui e con la sua polverina magica, diventavano un po’ magici a loro volta, perché la magia si trasmetteva: tutto cominciò a girare per il verso giusto, come se la gente fosse stata baciata da una fortuna contagiosa.
Lo stregatto lavorò giorno e notte per cancellare per sempre quel brutto e noioso detto secondo il quale il gatto nero porta male. Ad ogni suo tocco le brutture diventavano beltà, la povertà diventava ricchezza, la tristezza diventava allegria.
Alla fine del suo viaggio, dopo aver coperto la Terra di benessere, decise di tornarsene a casa.
Lo videro per l’ultima volta attraversare la strada da dove era venuto: una macchia nera dal pelo lucido che non guardava in faccia nessuno e che procedeva a passo regale, con la testa alta e la coda dritta. Dietro di lui una bellissima e maestosa compagna lo seguiva.
Al suo passaggio le macchine si fermarono, i negozianti uscirono fuori dalle porte e tutti gli fecero un grande applauso, inneggiando a gran voce: -“stre-gatto, stre-gatto…”
Lo stregatto, con un tuffo nella luce del giorno, diventò invisibile e sparì nel nulla, come d’altra parte sparì per sempre anche la gattina del signor Antonio…
Di lui rimasero solo le tracce dei suoi passi, ben visibili sulla strada e a tratti, nell’aria, piccole nuvole di polverina dorata…
Ora è rarissimo vederlo ancora, ma io, che mi sono informata per vostra conoscenza, ho saputo che c’è un posto speciale dove lo si può ancora incontrare.
E a chi vi dirà che il gatto nero porta sfortuna, rispondete così:
“chi una candela osserverà e lo stregatto vi vedrà
tutta la jella della città all’improvviso cancellerà.
Vieni stregatto vieni da me
fammi sentire il figlio d’un re.
Vieni stregatto, portami via
voliamo in un mondo di sola magìa!”

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