Hikoboshi e Orihime (Leggenda sull’origine della Via Lattea)
Se vi piace questa leggenda, dovete ringraziare Doriana e Eliana (29 ottobre 2009).
Il pastorello Hikoboshi un giorno si recò con il suo bue magico presso un fiume dove le dee tessitrici stavano facendo il bagno, e rimase affascinato dalla più giovane di esse, Orihime. Il bue gli suggerì di rubare il vestito alla fanciulla e di nasconderlo dietro a una roccia.
Hikoboshi obbedì e Orihime non potè seguire in cielo le altre ninfe perché non era in grado di volare senza la sua veste. Il pastore le chiese di diventare sua moglie ed ella dopo qualche esitazione accettò la proposta. Si unirono in matrimonio e dopo alcuni anni ebbero un figlio e una figlia.
Un giorno la tessitrice chiese al marito di restituirle il suo abito e questi, pensando che ormai fosse inutile tenerlo nascosto, glielo riconsegnò, ma quando ella lo indossò sparì subito nel cielo, lasciando Hikoboshi a bocca aperta. Il bue gli disse allora di attaccarsi alla sua coda così l’avrebbe portato in cielo insieme ai suoi figli. Giunto nella volta celeste, il pastore si recò al Palazzo dell’Augusto di Giada, Imperatore del Cielo e padre di Orihime. Gli riferì quanto era avvenuto e lo supplicò di ridargli sua moglie. L’Augusto chiamò sua figlia per conoscere le sue ragioni ed ella gli disse di amare suo marito e i suoi bambini, ma che essendo una creatura celeste non poteva più vivere sulla Terra. Il padre di Orihime quindi prese una decisione: il giovane pastore avrebbe ricevuto l’immortalità così da poter vivere in cielo, ma, come punizione per i loro inganni, i due sposi sarebbero stati separati per sempre da un fiume celeste, la Via Lattea. I due innamorati piansero amaramente e andarono mestamente a collocarsi nei luoghi assegnatigli dall’Augusto. Gli dei però ebbero pietà dei due innamorati e chiesero all’Augusto di alleviare la loro pena, e alla fine, egli concesse agli sposi di potersi incontrare una volta all’anno, il 7 luglio.
Da allora Hikoboshi e Orihime ogni 7 luglio si riabbracciano piangendo di gioia nel mezzo della Via Lattea, poiché tutte le gazze salgono in cielo con un rametto nel becco e intrecciano per loro un grande ponte sul bianco fiume di stelle. Ancora oggi, quando il cielo è sereno nelle notti d’estate, si può ammirare la Via Lattea e ai suoi lati le due stelle più grandi e luminose, Hikoboshi e Orihime.” (Quelle che noi occidentali chiamiamo Altair e Vega).