Filastrocca felina

Luciano Tarasco

Un gatto scivolò
il pelo si rizzò
dal ramo alla grondaia
un balzo fin sull’aia
il ratto disse: ciaaaooo!
detesto quel tuo miaaaooo
sparì tra i steli in fiore
squittendo di languore
per il gruviera ambito
perdinci non rubato.
Il gatto si lanciò
un altro lo imitò
un terzo lo seguì
la caccia incominciò, ma…
presto si smorzò
per un richiamo strano
di gatta accalorata
la coda attorcigliata
pupilla dilatata
sembrava canticchiare:
sistema il tuo compare
con quegli artigli scaltri
ne graffi cento altri
non sarà fatto invano
se poi, sotto al divano,
lontani dagli sguardi
d’umani un po’ codardi
ti miagolerò piano:
micione mio, ti amo.
E in ciel scoppiò la luna
che regalò agli amanti
momenti d’effusioni
sicuro strabilianti
lasciando i contendenti
malconci e assai scontenti
con un immenso mare
di gatte da pelare.
Due righe per finire
riguardano il topino
che grazie a quel frangente
tornò sul suo bottino
e pieno d’emozione
ne fece indigestione.

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