Filastrocca del treno a motore, del binario e del viaggiatore

Se vi piace questa filastrocca, dovete ringraziare Rosaria (24 febbraio 2011).

Filastrocca del treno italiano,
che sale il monte,
che scende il piano,
che va lontano
che va vicino,
che corre forte,
che corre pianino,
che a volte vola,
e a volte… s’invola…

C’era un treno che andava a Napoli,
che credeva all’amore dei popoli,
ma un giorno vi saliron tre scapoli,
dicendo: ce n’è uno uguale a Forlimpopoli.

C’era un trenino piccino piccino,
e un passeggero era all’altro
vicino vicino,
tanto che ognun diceva:
più che un treno
pare un comodino.

C’era un treno che girava il Vesuvio,
ne aveva pure parlato Vitruvio,
correva pure
in mezzo al diluvio,
(lo aveva inventato Giove pluvio)

C’era un treno che dai Campi Flegrei
faceva dei giretti
bei bei bei,
e tutti s’affacciavano diletti
per veder che cosa,
non lo sa né lui né lei.

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