Sole e Luna

Questa è la filastrocca di Zia Mariù (18 marzo 2011).

Luna, stanca di rimaner sempre in posa,
voleva scender giù dal ciel,
da lassù dove mai si stanca e sempre si riposa.
Voleva scender a giocar coi bambini,
a salterello, rincorrersi, a bambole e piattini.
A girotondo, a palla avvelenata,
a nascondino per tutta la giornata.
Ma il sole la prese in giro:
“ma dove vuoi andar tu, grande palla tutta bianca,
che basta che ti muovi un po’ e sei già stanca!”
Quel giorno la luna aveva gobba a levante
e senza farselo ripeter due volte
fece le valigie e se ne andò in un solo istante.
A sera il sole la cercò per darle il turno,
ma al posto della Luna arrivò suo cugino Saturno.
Proprio un tipo svitato, aveva sette dischi che giravan giravan
e musica a tutto volume esso ascoltava;
faceva l’hula hop e tutto intorno alla galassia ballava.
Quella sera il gattino non cantò la serenata,
cercava l’amica Luna, ma chissà dove se n’era andata.
Il grillo tra l’erbetta anch’esso senza cantar
e pure le rane nello stagno smisero di gracidar.
Allora il sole si pentì per quelle parole e:
“dai Luna, ma come sei permalosa,
e va bene, non te lo dico più che stai sempre ferma e in posa;
sei carina e non sembri mai stanca e non ti dirò più che sei una bella palla bianca.
Anzi, lo sai che faccio,
mi lego a te con un catenaccio,
così nessuno ci potrà mai allontanare
anzi lo sai che ti chiedo, se lunedì prossimo mi vuoi sposare?
La Luna a quei discorsi arrossì un po’,
usci dalle nubi e al suo posto ritornò .
Sposarti…ci penserò! gli promise,
e strizzandogli l’occhiolino, maliziosa gli sorrise.

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