Mirtilla

Questa è la filastrocca di Zia Mariù (12 aprile 2011).

Ai margini del bosco
vive una strega dalla chioma bruna,
che dice d’esser figlia della Luna.
È la strega Mirtilla che
ogni sera si fa impacchi sulla testa
coi fior di camomilla.

Nella tasca tiene una magica erbetta
e con due paroline e puff…
trasforma la sua scopa in una bella bicicletta.

E’ una vera golosona
e con semplici rimedi
cucina sempre roba buona!

Ma ogni tanto, sembra vero,
la sua memoria…
boh… è un gran mistero!

Questa proprio la tradisce,
tanto da cucinar arrosto:
patate, ranocchi e bisce.

E gira e sminestra nel gran pentolone
e aggiunge topi al suo minestrone.

Ma ecco, una notte, mentre piove, diluvia e saetta
che parla nel buio una vecchia civetta:

“Vento che soffi paura che fai,
non hai la pozione scombina guai?
Giri a caso quel gran mestolone,
ma hai scordato la ricetta del tuo minestrone…
Cerca verbena, fai un filtro d’amore,
e giù calendula in fior, che fa sognar ogni cuore!”

“Stai zitto malefico uccello
che ti lesso nel brodo e ti cuocio il cervello!
Mandragora in fior, erba di campo,
accenditi fuoco con la luce del lampo.
E mestola e vai… con fantasia
metto zampette di ragno e tanta magia!”

Con occhi lucenti Mirtilla balla attorno al gran fuoco,
poi calan le fiamme, e giù giù sempre più fioco…

“Alzatevi lingue del grande falò,
invoco la Luna che mi generò !”

E tra i tizzoni ardenti, Mirtilla saltella e sgambetta,
aspetta un segno dal ciel,
ma dispettosa le riparla la saggia civetta:

“Tu invochi, supplichi, ma cura non vi è ,
nemmen con la magia, per la memoria,
in terra e lassù, una pozione proprio non c’è !”

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