Al milite ignoto
Questa poesia è un ricordo scolastico del nonno Renzo di 83 anni. Ce la manda Amalia (4 novembre 2011).
Leggiamo insieme: Al milite ignoto
Bambino:
Oh soldato venuto di lontano
a dormire nella patria del gran cuore,
me lo dici chi sei?
Soldato:
Sono italiano.
Bambino:
Qual era il tuo paese, il tuo valore
e della vita tua l’alta speranza?
Soldato:
Fanciullo, non ricordo, non so più.
Detti la vita mia con esultanza
sui confini d’Italia aspri lassù.
Detti la vita per la nostra terra
e adesso aspetto un’elica che romba
e sereno riposo nella tomba.
Bambino:
Perché, soldato, il nome tuo è ignoto?
Soldato:
Perché il mio nome l’ho scordato anch’io,
ogni soldato è diventato ignoto,
ma i nostri nomi l’ha segnati Iddio.
Bambino:
E non ricordi nulla, nulla, nulla?
Soldato:
Sì, ricordo un pensiero assai lontano,
mamma che prega e un dondolio di culla
e la gran voce che dice:- Sei italiano!
Oh mio fanciullo ascoltala anche tu
la gran voce che odo ancor quaggiù.
Bambino:
Col fiore che ti getta la mia mano,
mentre nel cielo un’elica già romba,
prometto e giuro sulla tua sacra tomba
che sarò degno di essere italiano.
Questa poesia l’ho sentita recitare più volte da un mio compare, Doro Grosso, che ha 86 anni e fa parte dei suoi ricordi scolastici, quando a scuola il Valore della Patria veniva maggiormente sottolineato a differenza dei tempi odierni. Eppure la “Costituzione della Repubblica italiana” lo contempla nell’articolo 52, mentre nell’attuale scuola sono pochissimi gli insegnanti che, attraverso l’educazione civica, fanno studiare tale importante Valore. Esso è un patrimonio dell’intero nostro Paese e veicolandolo non bisogna, però, mai sfociare nel nefasto nazionalismo.
Bonifati (Cosenza), 26/12/2013 Giancarlo Iachetta
Buongiorno….la recitava mia suocera ai miei figli da bambini che sono ormai grandi. Una poesia che tocca il cuore…grazie Silvana da L’Aquila