Il corvo e la volpe. Fiaba d’Esopo in rima

Ecco la poesia di Zia Mariù (2 dicembre 2012).

Messer corvo aveva trovato,
sul davanzale appoggiato
un bel pezzo di formaggio:
-mmm… ora me lo assaggio!
esclamò – E’ proprio la mia passione!
e volò su di un ramo per mangiarselo in un boccone .
Ma ecco passare di là una volpe furbacchiona,
che notando quel pezzetto appetitoso nella zona,
subito pensò come rubarglielo.
“Salire sull’albero… giàmmai, per carità,
quello ha l’ali e a me chi me le dà?”
si disse la volpe grattandosi la capoccia,
– Qui bisogna escogitar qualcosa e poi mi vado a far una doccia! –
– Che belle piume nere hai! – esclamò sonoramente la volperella
se la tua voce è come le tue penne, è proprio bella…
e certamente sei tu il re degli uccelli… Il più bello tra i belli!
– Oh, ti imploro, fammela sentire! – E il Corvo, a quel dolce udire
non resistette alla tentazione di gracchiar: crà crà!
Lo stolto uccello aprì il becco, e il formaggio a terra finì
e in due balletti la volpe prepotentemente glielo rapì .
Gioendo sulla sventura del corvo grullo, correndo gli mandò a dire:
“caro corvo, sei proprio strullo, non c’è che dire,
se tu avessi il cervello,
ti mancherebbe solo di diventare re e vivere in un bel castello!”.

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