Il cammello e la formica. Fiaba araba in rima

Ecco la poesia di Zia Mariù (2 dicembre 2012).

Una volta un cammello,
trovò tra l’erbetta
una indaffarata formichetta.
La piccolina, piccina piccina
trasportava un grosso fuscello,
dieci volte più grosso di lei e del suo cervello.
Il cammello restò un bel pezzo a guardare
come la bella formicuzza si dava da fare.
Poi le disse:
– Più ti guardo e più io ti ammiro.
Tu porti peso rimanendo anche senza respiro;
come se nulla fosse
e senza nemmen una pochina di tosse,
un carico più grosso di te, assai,
ma come fai?
Io non porto che un sacco e le ginocchia quasi mi spacco!
– Come fai! – rispose la formicuzza,
fermandosi un attimino.
– Ma è semplice: io lavoro per me stessa,
mentre tu lavori per il tuo padroncino! –
E si rimise il fuscello sulle spalle e,
sempre calma e pian pianino,
riprese il suo cammino.

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