L’Alfabeto

Lodovica Cima

Alfabeto

Leggiamo insieme: L’Alfabeto di Lodovica Cima

Un gioco divertente per cominciare a scoprire quei misteriosi segni che i grandi leggono con tanta felicità.

Ogni lettera ha una forma e una sua storia, un semplice ritornello che i bambini ripetono dapprima senza comprenderne il significato, ma che in seguito li aiuterà ad elaborare il concetto di lettera, un concetto difficile perché astratto.

Ci vuole tempo perché in un bambino avvenga il magico passaggio mentale dalla ripetizione meccanica del segno alla comprensione del suo significato.

Questo gioco di parole in rima si inserisce proprio in quella fascia di tempo, aiutando i bambini a compiere dolcemente questo passaggio.

E quale scoperta sarà più tardi la sillabazione della prima parola!
Saranno queste meravigliose lettere ad aprire loro un nuovo mondo: quello delle favole, dei racconti, della fantasia e del sapere!

 

La A ben piantata
non è mai arrabbiata.
Ti guarda da sotto,
è un po’ impertinente,
ti strizza l’occhietto:
– Non è divertente?

La B ha due pancioni
sembran grossi meloni!
Uno sopra, uno sotto,
è proprio ingombrante!
Ma le danno l’aspetto
di persona importante!

La C è una culla
dove dormi tranquilla.
Quando è sera, dolcemente,
ti cerchi il tuo angolino
e come se non fosse niente
ti svegli quand’è già mattino.

La D tutta rosa
viene avanti maestosa.
Si da arie da gran dama:
petto in fuori, naso in sù.
Così è proprio una befana
e nessuno la guarda più!

La E ha tre lunghissime braccia
e per merenda distribuisce focaccia.
L’idea è proprio bella,
non c’è niente da dire,
ecco i bambini: una gran folla
ma la focaccia non deve finire!

La F è una spia di professione
che si nasconde dietro un lampione.
A lei piace molto curiosare:
ficca il naso dappertutto…
…chissà cosa spera di trovare?
Qualche volta è uno scherzo brutto!

La G è una grassona
seduta in poltrona.
Gran golosa di torta alle mele,
è una mangiona di prima classe.
Non guarda più nemmeno la tele
e se mangiando poi un giorno scoppiasse?

La H è un mistero
per il mondo intero.
Per tutti i bambini è una difficoltà,
ma alla fine è così facile capire:
è come un ponte tra due metà,
e serve proprio per unire.

La I è un’esperta di magia,
allieva di un mago di periferia.
Lunga come una vera bacchetta
inventa incantesimi solo al mattino
e li pronuncia sempre in gran fretta…
così alla fine appare solo il puntino.

La L è pigra, magra, minuta,
se ne sta lì, sempre seduta.
Non si alza per mangiare, figuriamoci per salutare!
La pigrizia è un brutto difetto
adesso non vien più nemmeno a giocare
un giorno o l’altro finirà a letto!

La M è larga come un portone,
sotto ci passano tante persone.
C’è un gran passaggio verso le sette,
bambini e bambine vogliono entrare…
ma è un teatro di marionette!
Fin dalla porta le senti recitare!

La N è un uccello con un’ala sola,
che peccato, così non vola!
Non vuole cantare, si sente un po’ giù
ma può saltare lontano fin là
allora si allena ogni giorno di più
al salto in lungo sa che vincerà!

La O è tonda tonda
come una tromba.
La sua bocca è importante
sembra fatta per cantare
ma nemmeno da grande
imparerà mai a suonare!

La P ha una testona,
come una bimba zuccona.
Non segue mai un consiglio,
fa sempre di testa sua,
ma quando fa uno sbaglio
dice che è colpa tua!

La Q si succhia il pollicione
come un bimbo dormiglione.
Sa che non si dovrebbe fare,
un giorno o l’altro si deciderà:
imparerà a non succhiare,
ma poi senza dormire, come farà?

La R è una smorfiosa,
se ne sta dritta in posa.
Appoggia la gamba sempre un po’ avanti,
aspetta che tutti la stiano a guardare
e poi si mette la mano sui fianchi,
chissà a chi crede di assomigliare?

La S è certamente un serpente buono,
come lui, tanti altri non ce ne sono.
Il suo problema, l’avrai capito,
è che proprio non vuol strisciare
vuole star dritto come il tuo dito,
ma non ci riesce e si deve curvare.

La T ha un bel cappello
che le serve da ombrello.
Ogni mattina guarda il cielo splendente:
– Non sembra proprio che pioverà.
Così il suo cappello non serve a niente…
ma dal sole forte la riparerà.

La U ha un gran sorriso
che le riempie il viso.
Allegra e spensierata
corre nei prati in cerca di amici.
Sa viver bene la sua giornata,
se corri con lei sarete felici!

La V è sdraiata
con la schiena appiattita,
la testa in giù e i piedi in sù.
Si guarda le gambe che vagano in aria
e vede tutto da sotto in sù.
Le sembra meglio, quel mondo al contrario!

La Z alla fine
è tra le più carine.
S’inchina e saluta,
sorride contenta:
– L’alfabeto è finito!
E se ne va lenta, lenta.

 

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