Orsorco parte il circo

Sofia Gallo

Componimento costruito a partire da:
Personaggio: un essere straordinario
Luogo: un camion
Situazione: la partenza

“Non posso venire”, disse Michele.
“Come sarebbe a dire non posso?”, chiese la zia Pamela con tono seccato.
“E che non posso, non posso e basta”.
“Potevi dirlo prima, almeno”.
“Non potevo perché non lo sapevo”. Michele cercò di raddolcire la zia, ma Pamela sbatté la borsa per terra, mise le mani sui fianchi e lo fissò dritto negli occhi con aria torva.
“Stupido che non sei altro – urlò – Se lo sapevo prima non comperavo il camion!”.
“Puoi rivenderlo. Ci guadagni anche”.
“Rivendere il camion? Ma hai idea di che fatica è stata trovarlo?”. La zia era rossa di rabbia.
Michele ebbe paura che scoppiasse, tirò un lungo sospiro e decise di confessare il motivo della sua decisione improvvisa.
“è lui che non vuole più venire “, disse a bassa voce.
“Come sarebbe a dire non vuole più venire? Compro il camion, affitto il tendone, prenoto l’albergo, un intero albergo e lui non vuole più venire!?”.
“Non vuole perché si è offeso”.
“Si è offeso?”.
“Sì, proprio così. è offeso con te perché gli hai detto brutto bestione peloso ammuffito”.
“Infatti lo è”. La zia accennò un sorriso beffardo.
“Dice che è vero che è brutto e peloso. Anche bestione gli sta bene, ma ammuffito no!”.
“E invece sì. è pigro e fa la muffa”.
“Lui dice che se non ci fosse lui tu saresti povera in canna e sei tu una muffa, una muffa così ammuffita che sembri…”.
“Smettila”. La zia Pamela afferrò di nuovo la borsa e fece per tirarla in testa a Michele, ma Michele pronto si spostò e continuò:
“Dice che sembri una lumaca, che sei marcia e puzzolente…”. Michele dovette fermarsi per scansare una scarpa della zia.
“Bavosa…”, e arrivò la seconda scarpa a colpirlo di striscio, ma non si arrese.
“Bavosa e limonosa”. Michele tirò il fiato parandosi la testa con tutte e due le braccia.
La zia rimase con il pugno per aria.
“Limonosa? Che significa limonosa?”, chiese con tono più calmo.
“Significa che sei schifosamente acida”, gridò Orsorco affacciandosi al finestrino del camion e aggiunse:
“Vi muovete sì o no, è un’ora che aspetto”.

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