La principessa che non voleva sposarsi
C’era una volta una bella principessa di nome Macienka. Era una ragazza bellissima: aveva lunghi capelli colori oro che le scendevano sulle spalle con folti riccioli, gli occhi turchini, profondi e grandi, e la pelle liscia e bianca come il latte.
La principessa, una giovane docile e buona, non voleva saperne di sposarsi. Riceveva molte richieste matrimoniali che le facevano i più nobili, i più ricchi, i più potenti personaggi della terra, ma lei rispondeva con un di no. Il re Boris II, suo padre, per un po’ di tempo aspettò la sua figlia, pensando che potesse cambiare idea, ma, visto che Macienka non si decideva, perdette la pazienza.
Un giorno, a palazzo, si presentò il monarca di un regno vicino, un uomo molto ricco e potente. Il matrimonio con la figlia avrebbe giovato molto al re Boris II, ma la bella Macienka, rifiutò di sposarlo. Così, il padre, decise di parlare con severità: “Non sei più una bimba, Macienka. L’ora delle nozze, per te, è giunta. Dovrai diventare moglie e madre di tanti bambini, devi sposarti e mi farai felice. Adesso, ascoltami, fra tre giorni, qui nella reggia, si riuniranno mille giovani. Giovani aristocratici, neanche a dirlo! Re, principi, duchi. Potrai scegliere tu quello che più ti aggrada. Eccoti una mela d’oro. L’offrirai al pretendente che più ti piace. E questi diventerà il tuo sposo”.
Macienka non osò manifestare il proprio rammarico perché sapeva che il padre voleva vederla sposata, ma la sua volontà era contraria alle nozze e così corse subito in giardino e, senza essere vista, gettò la mela nella vasca dei pesci rossi. Giunse il giorno fissato per la grande scelta, quando il padre si recò ad annunziarle che i mille pretendenti l’aspettavano nel salone degli smeraldi, la fanciulla confessò di non aver più ormai la mela d’oro. Figurarsi il re Boris II: “Possibile che tu abbia perduto la mela magica? Solo con quella mela tra le mani avresti capito quale dei giovani aristocratici avrebbe potuto amarti, quale renderti felice!”.
Macienka capì di aver commesso una sciocchezza enorme e si pentì immediatamente di averla gettata nella vasca dei pesci. Così disse al padre: “Padre mio, la mela d’oro devo averla perduta in giardino. Ora vado a cercarla”. “Ma i tuoi pretendenti aspettano”, le implorò il padre. “Avranno pazienza”, rispose Macienka. La fanciulla raggiunse la vasca, si sedette sull’orlo e incominciò a lamentarsi: “Povera me! Dovrò scegliere uno sposo a caso e commetterò, senza dubbio, un enorme sbaglio. Mela, piccola mela d’oro, ritorna a galla, ti supplico. Solo tu puoi guidarmi, illuminarmi e spingermi verso la felicità con il mio sposo”.
Le acque si agitarono, un pesce verde con un guizzo veloce e rapido raggiunse il grembo della principessa e vi depose la mela d’oro. “Mi chiamo Oldoino, la mela l’hai lanciata a me, dunque sposerai me”. “Sposarti?”, s’indignò la ragazza. “Sposare un misero pesciolino insignificante? E’ follia, pura follia!”. “Mi sposerai, invece. E saprò renderti felice”, rispose il pesciolino.
Il pesce si rituffò in acqua e Macienka, con la mela d’oro, si recò nel salone degli smeraldi. Guardò a uno a uno i giovani che vi stavano raccolti, ma non sapeva decidersi a fare la sua scelta. Ad un certo punto, entrò nella stanza un giovane pallido, vestito di velluto nero, che portava un bizzarro cappello verde a forma di pesce. La fanciulla, ebbe un breve sussulto e seguendo un impulso subitaneo e involontario gli lanciò la mela d’oro.
Subito venne proclamato il suo fidanzamento col misterioso giovanotto dall’aria strana il quale si rivelò il potentissimo re di un gran reame che era rimasto vittima di un sortilegio: una strega maligna l’aveva trasformato in pesce, facendogli bere una pozione magica, e lo aveva gettato nella vasca, in cui lo aveva raggiunto la mela d’oro liberandolo dal malvagio incantesimo.
Con lui, che oltre a esser sapientissimo e bello, aveva animo nobile e cuore tenero, Macienka visse tanti anni in perfetta felicità.