Occhio al gattone di turno

Guido Sperandio

Stai sempre attento a chi mira a essere potente: per quanto buono e mite ti possa sembrare, non fidarti.
Non dimenticare che è sempre lui il più forte.
A questo proposito voglio ricordarti quel gattone che, benché avesse zampe grosse e lunghe, non fu mai visto usarle.
Sorrideva a tutti, perfino ai sorci.
Anzi, lui i sorci li chiamava “i miei piccoli amici con i baffi”.
“Venite, baffucci miei. Vi faccio paura?” li invitava con voce calda e suadente. E, in effetti, nessuno ricordava che il gattone avesse fatto mai del male. Circolava anzi la voce addirittura che, una volta, avesse salvato un uccellino in procinto di annegare.
Il gattone viveva come un eroe: osannato, acclamato, riverito, applaudito da tutti i sorci, le lucertole e gli uccellini.
Si arrivò a un punto tale di fiducia e affetto che un giorno tutti i piccoli animali decisero di eleggere il caro e saggio gattone a loro capo in assoluto.
Il gattone fu così incoronato e ripreso dalle telecamere con due cardellini in testa, mentre accarezzava uno stuolo di sorcetti attorno a lui danzanti, in mezzo a tante lucertoline.
Se non che, resosi conto di essere il capo in assoluto, il gattone fu buono e caro ancora per due giorni.
Il terzo…
Fece in un istante quello non aveva fatto in una intera vita.
E poveri sorcetti, lucertole e uccellini!

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