Diritto e distorto

Se vi piace questa filastrocca, dovete ringraziare Mi (19 febbraio 2014)

Ho il diritto di chiedere
a cosa servi, diritto?
Però non mi rispondere
che servi a rigare dritto!

Per fare una riga dritta
potrei non voler la riga:
la mano senza una dritta,
senza riga che diriga,

chi ha detto che riga storto?
Alla faccia del righello,
proprio non mi sento in torto
se alla riga mi ribello.

Canterò senza maestro:
che nessuno mi diriga!
Io mi affido al mio estro,
che erompe da ogni diga.

Lasciami a mano libera
disegnare la mia linea
melodica e sincera
di chi non si allinea.

Lascia che a piede libero
respiri un’ora d’aria
illudendomi che è vero,
che non è solo una diaria.

Lascia che a mano libera
tratteggi la libertà,
sapendo che sarà vera
soltanto quando verrà.

La sbarra è una linea
tirata a buon diritto,
ma in carcere delinea
la gabbia e chi vi è afflitto.

Chi non riga dritto è in torto?
Se si riga una vettura
anche un tratto non distorto
resta senza dirittura.

Se una strada è senza curve
lei ti porta dove vuole.
Se una donna è senza curve
non c’è un uomo che la vuole.

Se la vita è tutta storta
e di curve tutta piena
tirar dritto non m’importa
e non me ne prendo pena.

Questo non è un rettilineo:
è una strada tortuosa;
tortuosa, sottolineo:
e la fa solo chi osa

non farsi mettere in riga
da chi non sa tra le righe
leggere la falsariga
scritta dagli attaccabrighe.

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