Il drago dalle sette teste

drago dalle sette teste

C’era una volta, in un paese lontano lontano, ai piedi di una montagna, un piccolo villaggio. Gli abitanti di questo paesino vivevano felici e sereni fin quando un giorno accadde qualcosa di terribile. Da allora gli abitanti vivevano nel terrore e nell’infelicità.

Un giorno arrivarono in paese sette fratelli. Erano in viaggio per andare a trovare la loro nonna. Quando arrivarono trovarono il paesino mezzo deserto, porte e finestre erano chiuse. Bussarono, ma nessuno apriva le porte.

“Che strano, casa succede qui? – si chiese Ermanno, il più grande dei sette fratelli – come mai nessuno apre le porte? Eppure sono in casa, ho visto una tenda che si muoveva e laggiù ho visto una luce accesa”.

“Aprite, aprite, vogliamo solo un bicchiere d’acqua e qualcosa da mangiare”, urlò Alessio, il secondo fratello.
A rispondere alle loro urla fu solo una vecchina, che si affacciò da una finestra: “Andate via ragazzi, date retta a me, scappate, scappate da questo villaggio”.
“Ma perché, cos’è successo – chiese Ermanno – per favore nonnina ce lo dica!”.

“Cari ragazzi, anni fa è successa una cosa terribile, si è svegliato il drago della grotta che sta nella montagna. E’ un drago terribile e cattivissimo di nome Gennaro. Ha sette teste ed è impossibile da sconfiggere. Tanti uomini del villaggio hanno provato ad ucciderlo, ma appena gli tagliano una testa, quella ricresce. Siamo disperati! Molti sono fuggiti da qui. Il drago, infatti, pretende un bambino al mese”.

“Come? Mangia i bambini? – disse Alessio – ma è terribile!”
“Sì, e quel che è peggio è che se non glieli portiamo distruggerà tutto il villaggio. Fuggite, finché potete”, disse la vecchina.
“No, nonnina – dissero i fratelli in coro – Vogliamo aiutarvi”.
E così i fratelli si misero in cammino verso la grotta di Gennaro.

“Allora vado prima io, sono il maggiore e sono sicuro di farcela – disse Ermanno – vedrete che tornerò vincitore”.
Ermanno lottò come un leone contro le sette teste del drago, ma tornò dai fratelli stanco e spaventato.
“E’ una creatura terribile, enorme e feroce”.
“Non preoccuparti fratello – lo consolò Alessio – vado io, sono più grosso e robusto di te, vedrai che con i miei muscoli tornerò vincitore”.
Ma anche Alessio tornò dopo poco, ferito, spaventato ed esausto.

“Provo io – disse Guido – sono il più piccolo, sono sveglio ed agile, vedrete che tornerò vincitore!”
Ma nemmeno Guidò poté nulla contro Gennaro, il drago dalle sette teste.
Ad uno ad uno i fratelli provarono ad uccidere la terribile creatura, ma tutti e sette tornarono sconfitti. Ogni volta che tagliavano una testa, zac! Quella ricresceva all’istante.

La nonnina allora gli disse: “Ragazzi miei, voi siete sette come le teste del drago: invece di andare a combattere uno alla volta, andate tutti insieme; ognuno tagli una testa, fatelo tutti insieme e vedrete che riuscirete ad ucciderlo. Ricordate che l’unione fa la forza!”.
I sette fratelli si presero sotto braccio e marciarono verso la grotta. Sguainarono insieme le spade e zac, zac, zac, zac, zac, zac e zac! Le sette teste caddero tutte insieme e non appena toccarono terra, il drago Gennaro si dissolse in una nuvola di polvere.

I sette fratelli ce l’avevano fatta, gli abitanti del villaggio li festeggiarono con canti, balli e dolci. E, secondo me, stanno ancora festeggiando adesso!

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