La favola del paese di cuccagna

Fratelli Grimm

paese di cuccagna

Nel buon tempo lontano in cui c’era ancora il paese della Cuccagna, un uomo di nome Patrizio andava sempre a spasso e a zonzo per il mondo. Mentre girava in lungo e in largo, vide tante cose che a raccontarle sembrano bizzarre, ma sono vere! Almeno questo è quello che assicurava sempre Patrizio quando le raccontava.

Ecco qui cosa diceva sempre Patrizio: “Una volta, tanto tempo fa che quasi non me lo ricordo, vidi appesa a un sottilissimo filo di seta la città di Roma.

Poi, un’altra volta, vidi un uomo senza piedi che sorpassava un cavallo da corsa velocissimo come se niente fosse.
Un’altra volta ancora vidi anche una spada così tagliente e affilata che spaccava un ponte. E non un ponte piccolo, ma uno di quelli che ad attraversarlo ci vuole un bel po’ di tempo.

E poi ancora vidi un piccolo asinello con il naso d’argento che inseguiva due svelte lepri nel prato.
Un’altra volta vidi, addirittura, un albero di tiglio bello grande e frondoso sul quale crescevano le focacce calde e fumanti, pronte da prendere e mangiare.

Poi vidi una vecchia capra rinsecchita (sembrava dovesse cadere a terra da un momento all’altro!) ma che si portava addosso cento carri di strutto e sessanta carri di sale senza nessun problema.

Vi ho mentito abbastanza? Vi ho abbastanza presi in giro? Ebbene, non è mica finita qui: un’altra volta ho visto un aratro che arava senza buoi né cavallo, faceva tutto da solo come se fosse dotato di intelligenza.

Un’altra volta ancora ho visto un bambino di un anno buttare quattro macine di pietra da Palermo a Treviso e da Treviso fino a Palermo: le scagliava con tanta forza che sembrava strano persino a me che ho visto tanto.

E ancora ho visto uno sparviero che passava a nuoto il Po e sembrava nel suo elemento naturale e ci stava talmente bene che sembrava una cosa normale per un uccello nuotare nel fiume!

Poi ho sentito i pesci fare un chiasso che rimbombava fino in cielo: in quell’acqua di pesci muti non ce n’erano di sicuro.
Ancora di seguito ho visto un dolcissimo miele liquido che scorreva come acqua da una valle profonda e poi sgorgava su di un’alta montagna, pronto da mettere in un boccale.

Sono strane storie di tempi lontani e passati, ma sono tutte vere, lo garantisco!

E c’erano due cornacchie che falciavano un prato che si stendeva a perdita d’occhio. Quelle lo falciavano senza batter ciglio.
Poi vidi due zanzare che costruivano un grosso ponte di legno e due colombe che stritolavano un lupo intero, con la coda e tutto il resto.
E un’altra volta ancora vidi due caprettini figli di due bambini e poi, fuori dal loro consueto pantano, ho visto due rane che battevano insieme il grano e ci stavano bene nel campo, sotto il sole, a battere le spighe dorate.
Poi ho visto ancora tante cose difficili da credere.

Ho visto due topi consacrare un vescovo e quello stava col capo chino a prendersi l’unzione.
Un’altra volta vidi due gatti che avevano strappato la lingua a un grosso orso che sembrava più forte di un toro.
E una volta ancora venne una chiocciola di corsa ad ammazzare due feroci leoni.

E se non bastano queste storie, vi dico ancora che ho visto un barbiere che sbarbava una donna.
Poi ho visto due lattanti che ordinavano alle madri di tacere e quelle, sembra strano, tacevano davvero!
E vidi due cani levrieri portare via dal fiume un mulino intero con la ruota e tutto il resto e una vecchia rozza lì vicino dire che facevano molto bene a portarsi via tutto.

E nell’aia c’erano quattro cavalli che trebbiavano il grano con tutte le loro forze, e due capre che accendevano il forno e una mucca rossa che infornava il pane.
E una gallina cantò: chicchirichì, la favola è finita, chicchirichì!”.
Ma mentre Patrizio raccontava tutte queste cose, la gente scuoteva il capo e sorrideva. Non poteva credere a tutto ciò che lui raccontava!

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