La pioggia di stelle

Pubblicato il 18 Dic 2014, aggiornato il 01 Dic 2017

C’era una volta una bella bambina di nome Claudia, che era rimasta sola e non aveva più né il babbo né la mamma ed era tanto, tanto povera, tanto che non aveva neanche una stanzetta dove abitare e scaldarsi vicino al fuoco, né un giocattolo, né un lettino dove dormire. In pratica non aveva che gli abiti indosso e in mano un pezzetto di pane secco, che un’anima pietosa le aveva donato mentre incontrandola per strada. Ma malgrado tutte le disgrazie che le erano capitate, Claudia era una bambina tanto buona e brava.

Visto che non aveva più nessuno che si prendesse cura di lei, Claudia pensò che non aveva altro da fare che vagabondare qua e là per i campi, confidando nell’aiuto del buon Dio per riparasi dall’inverno e per trovare riparo e qualcosa da mangiare durante i lunghi giorni che l’aspettavano.

Un bel giorno incontrò un uomo di nome Giovanni, proprio povero in arnese: era magro, magrissimo e si vedeva che non mangiava da un bel pezzo. Il povero Giovanni le disse: “Ah bambina, dammi qualcosa da mangiare! Ho tanta fame e non so come fare!”. Claudia, che non pensava mai a sé stessa, ma sempre prima al prossimo, gli porse tutto il suo pezzetto di pane con gioia e disse: “Spero che ti faccia bene: sicuramente ne hai bisogno più tu di me”.

Poi continuò la sua strada per monti e valli. Cammina, cammina incontrò un’altra bambina, di nome Clara, che si lamentava e piangeva e la bambina le disse: “Ho tanto freddo alla testa e non so come riparami dal gelo! Ti prego, regalami qualcosa per coprirla”. Ancora una volta Claudia non pensò a sé stessa, ma subito si tolse l’unico berretto che possedeva e glielo diede e se ne andò per la sua strada.

Dopo un po’, incontrò ancora un’altra bambina, di nome Bettina, che piangeva e non aveva indosso neanche un giubbetto. Bettina gelava per il freddo invernale e anche questa volta Claudia non pensò alla propria salute e le diede il suo giacchetto, anche se ormai le restava assai poco per coprirsi.
E ancora Claudia proseguì la strada, ma un poco dopo incontrò ancora un’altra bambina, di nome Paoletta, che le chiese una gonnellina e Claudia le diede la sua senza rifiutarsi, anche se il freddo era ormai pungente.

E poi Claudia camminò ancora e ancora e alla fine giunse in un grande bosco fitto, fitto e si era già fatto buio che faceva paura e mentre pensava a come fare nella notte arrivò un’altra bambina, di nome Gelsomina, che aveva freddo e piangeva e piangeva da togliere il fiato. Gelsomina chiese a Claudia una camicina e la buona bambina pensò tra sé e sé: “E’ notte fonda, nessuno ti vede anche se resti senza, puoi ben dare il tuo indumento a questa bambina che ne ha tanto bisogno”. Così se la tolse e diede anche la camicia.

Ormai non aveva più niente da donare, ma non se ne crucciava perchè si sentiva in pace con la coscienza. Ma il freddo non se ne andava.
E mentre se ne stava là nel bosco scuro senza più niente indosso, d’un tratto sentì un suono cristallino e caddero tutte le stelle dal cielo, diventando tanti scudi lucenti. Alcune stelle, toccate le sue spalle, si trasformarono e, benchè Claudia avesse dato via la sua camicia, ecco che ne aveva una nuova che sembrava di finissimo lino color dell’oro e che teneva caldo come se fosse di pelliccia! Ai lati la bella camicina aveva due tasche capienti, dove Claudia ripose gli scudi lucenti d’oro che le avevano donato le stelle impietosite dalla sua bontà d’animo.

E proprio grazie alla sua generosità fu ricca per tutto il resto della vita: non dovette mai più preoccuparsi degli abiti, né del cibo, né del freddo dell’inverno e potè aiutare ancora tanti viandanti e tanti bambini che erano poveri come lo era stata lei e non avevano niente da mangiare o per coprirsi.

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