Il cowboy e il serpente
Elena Giulia Ghelardini
«Dimmi, quanti ne vuoi?»
Domandò veloce al cowboy
«Basterà un solo proiettile…
e ucciderò quel temuto rettile!».
Era stato chiamato dall’Oriente
per eliminare un lungo serpente.
Si diceva fosse un esperto
di animali del deserto…
e si sperava fosse vero
ciò ch’era detto dello straniero.
S’incamminò di prima mattina
con la pistola nella fondina.
Faceva capolino il sole
con il cantare delle allodole
ed in paese il silenzio regnava
mentre lui solo se ne andava.
Sembrava avere i nervi saldi
incurante di quei giorni caldi
e l’orizzonte rincorrendo
pensavamo stesse già morendo.
Da anni la nostra gente
combatteva quel serpente
ma anche i più convinti
rincasavano feriti e vinti!
Ci si chiedeva se il rettile
morisse grazie a quel proiettile
e in attesa rimanemmo
che il cowboy facesse un cenno!
Ora dopo ora passò il giorno
ma il cowboy non fece ritorno.
Pensammo di metterci al riparo
e nel mentre tuonò uno sparo!
Nessuno disse una parola,
la speranza era una sola.
Finché, sul sentiero
comparve lo straniero
Applaudito dal villaggio
per l’estremo suo coraggio!
Un sollievo per la gente
fu il morir di quel serpente.
Il cowboy lo aveva scoperto
tra la sabbia del deserto
e in una piccola insenatura
mise fine all’avventura!
Si congedò dalla nostra gente
per tornar verso il suo Oriente
e sul cavallo, con lui in sella
saltò la donna tra noi più bella!