Un concerto magico

Se vi piace questa fiaba dovete ringraziare Barbara di Castri (14 aprile 2015)

Un concerto magico
C’era una volta Milano, la città della musica, aveva un teatro fantastico: la Scala, dove avevano suonato e lavorato grandi artisti, come il maestro Giuseppe Verdi.
Vicino al Duomo, c’era il negozio di don Lillo, lo conoscevano tutti in città, era in una stradina dietro la chiesa. In primavera, quella stradina si riempiva sempre di viole mammole e di musica: era uno spettacolo vedere tutti quei fiori colorati, sentire il loro profumo ed ascoltare la musica.

Don Lillo aggiustava ed accordava tutto il giorno gli strumenti musicali, la sua fama si era sparsa in tutta la città e molti musicisti arrivavano da tutta Italia e anche da Vienna, un’altra grande città della musica, per portare i loro strumenti. Tromboni inglesi rotti, fisarmoniche francesi senza due tasti, violini bulgari ammaccati, chitarre peruviane senza le corde, tutto era passato fra le mani d’oro di don Lillo, aveva sempre aggiustato, accordato, lucidato e resuscitato gli strumenti musicali a nuova vita.
Quando le campane del Duomo suonavano a festa, don Lillo alzava gli occhi al cielo, verso il lucernaio ed interrompeva per un istante di lavorare perché si confondeva con tutto quel frastuono. Sorrideva e si scusava con i suoi strumenti musicali, parlava loro come un giardiniere fa con i fiori: “Amici miei, un po’ di pazienza!” e poi riprendeva ad aggiustare flauti ecuadoriani, pianole rumene, violoncelli polacchi, tamburi africani, oboe tedeschi, tutto quello che poteva esprimere musica e melodia. Li c’era l’intero mondo delle note musicali. Don Lillo diceva sempre che gli strumenti erano fiori profumati di musica, ottoni e legni pregiati da cui sbocciavano le note e le melodie. Il suo locale era grandissimo e don Lillo aveva solo due mani, quindi gli strumenti sostavano nel negozio anche per tanto tempo, felici di essere poi aggiustati da delle buone mani.

Ma un giorno purtroppo arrivò in negozio il proprietario del negozio, don Frastuono, era un uomo sordo, alto, arrogante che urlava sempre: “Don Lillo è ora di sbaraccare, questo locale mi serve libero! Lo voglio vendere! Mi hanno offerto una buona somma”. Il viso di don Lillo assunse un’espressione triste, perché lui non aveva i soldi per comprare il negozio.
“Don Lillo le concedo un mese di tempo, chiaro?” disse don Frastuono e se ne andò sbattendo la porta.
Don Lillo in quel momento aveva fra le mani un pianoforte milanese da accordare e si mise a suonare una musica che aveva composto tanti anni prima. La suonò con tanto amore, perché chi suona uno strumento queste cose le sa e le sente e le vive ogni giorno. Poi, chiuse il suo negozio e si diresse verso casa.
Ed allora nel locale successe un fatto davvero straordinario, gli strumenti si misero a confabulare fra loro, suonando.
Il pianoforte milanese chiese: “Come possiamo aiutare don Lillo?”.
Rispose la chitarra spagnola senza due corde: “Organizzeremo noi un concerto qui dentro, a pagamento, verranno tutti, e don Lillo sara’ salvo!”
La tromba russa senza un tasto disse: “Anche se manca un mi non importa, me la posso cavare!”.
Ed il tamburo africano sfondato: “Il mio suono è un po’ sordo ma in fondo in fondo sarà più dolce!”.
Si alzò il flauto ecuadoriano: “Io per tradizione sono magico. Quindi salterò di porta in porta a chiamare tutta Milano e oltre, volerò nello spazio, attraverserò le guglie del Duomo e volerò come  come una rondine!”.
Oni strumento accatastato iniziò a suonare la sua nota e dire la sua opinione! Il pianoforte milanese concluse: “Va bene suoneremo la musica di don Lillo, è bellissima!”. Poi aggiunse: “Tu organetto turco malandato suonerai e all’occorenza ti aprirai per raccogliere i soldi. Ti metteremo primo, lì sulla porta, con sopra scritto Aiutiamo don Lillo!”.

La notizia della chiusura del negozio di don Lillo si sparse in tutta la città ed arrivò fino a Vienna. La gente diceva: “Che peccato! E’ la fine di don Lillo! E’ la fine di un’epoca!”.
Ma la notte seguente era una notte incantata, con la luna piena ed il cielo impreziosito di stelle ed allora il lucernaio si aprì ed uscì il flauto magico, iniziò a suonare una dolce canzone di richiamo e tutta la città si svegliò ed iniziò a seguire il flauto, sino al negozio di don Lillo. Il flauto sorvolò pianure, laghi, orizzonti ed andò a chiamare gli abitanti di tante città.
E così tutti gli uomini che amavano la musica seguirono il suono melodioso, era come una richiamo del piccolo flauto rotto ed arrivarono a Milano!
Che fatto straordinario successe quella notte incantata milanese! In mezzo alla folla, l’organetto malandato si aprì e cominciò il miracolo, passato alla storia come il miracolo della musica! ono Dentro l’organetto turco e sfondato arrivarono un diluvio universale di monete! Tutti vollero lasciare una piccola offerta.

Il povero don Lillo era felice e frastornato e sorridendo diceva “Grazie, grazie!” e si inchinava per ogni offerta lasciata. E quando tutti i suoi strumenti rotti iniziarono a suonare la sua musica, allora il pover’uomo si commosse davvero! Iniziò un grande concerto, un concerto speciale, straordinario, unico al mondo, suonato solo dagli strumenti musicali rotti e provenienti da tutte le parti del mondo e senza musicisti!

Ed il negozio di don Lillo fu salvato e comprato. Perché la musica è la più grande magia esistente e, come l’amore, avvolge l’intero universo.

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