Petrovich, lo Zar siberiano

Testo: Barbara di Castri - Illustrazione di Stefano Cresci

Petrovich, lo Zar siberiano

Lo zar Petrovich viveva nelle terre lontane della Siberia, fra distese di ghiaccio infinite e colline di neve.
Era un uomo freddo, distaccato, gelato come il suo paesaggio e non riusciva a gioire neppure in primavera quando vedeva i fiori e gli alberi verdi.
La mattina, come sempre, il sole si alzava ed illuminava pianure sconfinate, colorate di bianco dove i lupotti della steppa si riunivano per giocare fra di loro.
Ma un giorno Petrovich, nel cuore della notte, vide un bagliore nel cielo che si stava avvicinando, sempre di più ed alla fine era diventato come un grande fuoco rosso, giallo e arancione.
Poi scese un calore sulle sue terre sconfinate di ghiaccio e tutto si illuminò come se fosse il giorno.

Petrovich, frastornato da tanta bellezza di colori, si avvicinò alla luce ed allora sentì una voce:
CIAO PETROVICH!
Siamo degli esseri viventi di un’altra galassia e ti siamo venuti a trovare!
NON TI SPAVENTARE! Noi siamo fatti di luce e non abbiamo corpo come te.
Il nostro corpo lo abbiamo lasciato miliardi di anni fa su un altro pianeta. Era un pianeta molto bello ma era diventato troppo sporco e inquinato ed allora lo abbiamo dovuto lasciare.
Siamo venuti qui per darti dei consigli e vivere bene sulla tua terra, questa tua sfera colorata e piena di vita che a noi sembra splendente!

Rispetta l’acqua
è la fonte della vita e della pulizia!
Non la sporcare mai con i rifiuti!

Rispetta gli alberi ed i fiori
hanno un’anima come te
e rendono bello il tuo pianeta,

rispetta gli animali, sono i tuoi fratelli più vicini,
rispetta gli uomini, sono la tua grande famiglia.

Poi la luce di colpo si dileguò nel nulla e Petrovich sentì per la prima volta nel suo cuore tantissimo amore.

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