La rondine di gesso

Testo di Barbara di Castri, illustrazione di Gilda Fantigrossi Mastrojeni

La rondine di gesso

Sul marciapiede di via Saffi a Milano viveva una rondine di gesso, aveva le ali grandi, bianche sempre pronte a spiccare il volo.
Era stata disegnata da un bambino straniero tanti anni prima, ma né il vento né la pioggia e neanche la neve l’avevano mai cancellata.
La rondine era così candida che non era riconosciuta dalle rondini di primavera nere e bianche e così quando le rondini passavano per i cieli di Milano la guardavano dall’alto incuriosite.
“Che strana quella rondine!” dicevano “sembra una colomba. Sta lì immobile e non vuole seguirci”.

Infatti la rondine di gesso non sapeva volare perché era nata dalla fantasia di un bambino.
Passarono i mesi, gli anni ed il bambino straniero che l’aveva disegnata era diventato un abile uomo d’affari e viaggiava per tutto l’Oriente.
Aveva accumulato una grande fortuna ed era diventato molto ricco. Aveva conosciuto tanti paesi e si era dimenticato di quando era un piccolo bambino che sapeva disegnare.

In un triste giorno l’uomo perse improvvisamente tutte le sue ricchezze e si dimenticò di sentire il suo cuore, era solo e disperato. Aveva perso gli amici, la casa e non aveva più soldi per comprarsi da mangiare. Comincio’ a girovagare per le strade del mondo senza una meta ed allora successe un fatto incredibile.
In una notte di primavera, fra i peschi in fiore ed il profumo delle viole, la rondine di gesso di Milano spiccò il volo, bianca come la neve, passò sopra il Duomo, la Madonnina, sopra i mari, i monti, i campi, i laghi, le pianure e raggiunse l’uomo disperato.

“Ciao! Ti ricordi di me? Mi hai disegnato tanti anni fa su un marciapiede di Milano e non ti ho mai dimenticato”.

“Mi chiamo Fantasia e sono capace di inventare sempre qualcosa di nuovo! Dai vieni con me e non ti pentirai, prendi una tela o una carta e tutti i colori dell’arcobaleno e seguimi!”.

L’uomo si ricordò allora di quella rondine bianca, seguì i suoi consigli, ricominciò a disegnare e divenne un grande artista.

Conclusione: le grandi ricchezze possono finire ma la nostra fantasia non ci lascerà mai.

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