Lo stivale

Testi di Barbara di Castri, illustrazioni di Sara Richichi

stivale
Un giorno, una bella ragazza camminava dentro le acque del mare Mediterraneo. Veniva incontro sorridente e luminosa portando con sé tutti i colori e le storie della sua Terra, aveva i capelli castani come le Alpi, gli occhi verdi come le foglie degli alberi, la pelle bianca come la neve dei fiordi. Indossava un vestito molto antico che raccontava delle sue origini. Questa splendida ragazza si chiamava Europa ed aveva già letto molto nella sua vita: aveva imparato la poesia dagli antichi greci, il senso della giustizia dai Latini, l’amore per la musica dal popolo tedesco, il senso della libertà dai francesi, lo spirito pratico dagli inglesi, la bontà e la misericordia dai testi sacri. Europa insomma era una ragazza davvero saggia e singolare.
lo stivale
Mentre stava camminando dentro le acque del mare incontrò un suo vecchio amico, il gabbiano Dante, che le disse: “Ciao Europa! Come ti vanno le cose?”. “Potrebbero andare meglio amico mio. Io sono una ragazza ospitale e nella mia casa ho sempre accolto tanti amici, sono e mi sento una figlia del mondo e vorrei aiutare tutti gli uomini che si trovano in difficoltà. Ci sono uomini che non hanno cibo a sufficienza oppure sono costretti a lasciare le loro terre perché è scoppiata una guerra. Poveretti, piangono sulle loro case distrutte, i loro monumenti ridotti in polvere ed hanno in tasca solo la loro vita”. Una lacrima scese sul bel viso di Europa: “Amico mio gabbiano, tu mi puoi capire… Sono triste perché fra gli uomini che ho accolto con amore fraterno ce n’è qualcuno che mi vuole far male, cerca di ferirmi, di insultarmi. Penso che il seme della violenza genera una pianta diabolica che si chiama distruzione. Per favore amico gabbiano aiutami tu! Io so che la tua mente fluttua fra le nuvole e da quelle parti si incontra solo gente che sa volare. Ognuno interpreta a suo modo la musica del cielo”. Disse allora il gabbiano Dante: “Oggi sono venuto da te perché ho sentito il tuo dolore, cara Europa, e volevo aiutarti in questa impresa. Anche io sono preoccupato, molto preoccupato, soprattutto per i nostri bambini che animano il mondo, loro sono la nostra vita! Perché il futuro di domani è nelle loro mani e senza di loro come faremo?. “Su, forza Europa, esci dall’acqua e mettiti quello stivale! E’ uno stivale magico che saprà indicarti la strada da seguire”. Allora Europa un po’ incoraggiata annuì con la testa, uscì dall’acqua e si mise a cercare lo stivale, era uno stivale meraviglioso, perché nato dalle mani di un calzolaio che faceva delle scarpe uniche. Il calzolaio ci aveva lavorato per intere settimane e lo aveva chiamato Italia, come sua madre per crearlo ci aveva messo dentro tanti ingredienti: la fantasia, la saggezza, l’equilibrio e tutto l’amore del mondo. Finalmente Europa iniziò a camminare sulla spiaggia e grazie allo stivale Italia riuscì a portare in salvo tanti profughi che erano scappati dalla fame e dalla guerra e far ragionare gli uomini che volevano farle del male. Italia! In fondo era solo uno stivale ma tutti i bambini del mondo che erano stati salvati grazie a quello stivale dissero in coro ad Europa: “Il mondo senza Italia sarebbe un’altra cosa!”.

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