Il Giuramento di Pontida

Giovanni Berchet (1783 - 1851)

Poesia tratta dal volume "Annibelli" di Luigi Ugolini e Armando Nocentini - Illustrazioni di Roberto Sgrilli - Società Editrice Internazionale (Giugno 1950)

Giuramento di Pontida

Leggiamo insieme: Il giuramento di Pontida di Giovanni Berchet

L’han giurato. Li ho visti in Pontida
convenuti dal monte e dal piano.
L’han giurato; e si strinser la mano
cittadini di venti città.
Oh spettacol di gioia! I Lombardi
son concordi, serrati a una lega.
Lo straniero, al pennon (2) che ella spiega,
col suo sangue la tinta darà (3).

Più sul cener dell’arso abituro
la lombarda scorata non siede.
Ella è sorta. Una patria ella chiede
ai fratelli, al marito guerrier.
L’han giurato. Voi donne frugali,
rispettate, contente agli sposi,
voi che i figli non guardan dubbiosi,
voi ne’ forti spiraste il voler.

Perchè ignoti che qui non han padri
qui staran come in proprio retaggio?
Una terra, un costume, un linguaggio
Dio lor anco non diede a fruir?
La sua patria a ciascun fu divisa.
È tal dono che basta per lui.
Maledetto chi usurpa l’altrui,
chi il suo dono si lascia rapir.

Su, Lombardi! Ogni vostro Comune
ha una torre, ogni torre una squilla:
suoni a stormo! Chi ha un feudo, una villa, (4)
coi suoi venga, al Comun ch’ei giurò.
Ora il dado è gettato (5). Se alcuno
di dubbiezze ancora parla prudente,
se in suo cuor la vittoria non sente,
in suo cuore a tradirvi pensò.

Federigo? Egli è un uom come voi.
Come il vostro è di ferro il suo brando (6).
Questi, scesi con esso predando,
come voi veston carne mortal.
“Ma son mille, più mila”. Che monta? (7)
Forse madri qui tante non sono?
Forse il braccio onde ai figli fer (8) dono,
quanto il braccio di questi non val?

Su! Nell’irto increscioso allemanno,
su, lombardi, puntate la spada:
fare vostra la vostra contrada
questa bella che il cel vi sortì.
Vaghe figlie del fervido amore,
chi nell’ora dei rischi è codardo,
più da voi non isperi uno sguardo,
senza nozze consumi i suoi dì.

Presto, all’armi! Chi ha un ferro l’affili;
chi un sopruso patì sel ricordi.
Via da noi questo branco d’ingordi!
Giù l’orgoglio del fulvo lor sir.
Libertà non fallisce ai volenti,
ma il sentier de’ perigli ell’addita;
ma promessa a chi ponvi la vita
non è premio d’inerte desir.

Gusti anch’ei la sventura, e sospiri
l’allemanno i paterni suoi fuochi;
ma sia invan che il ritorno egli invochi,
ma qui sconti dolor per dolor.
Questa terra ch’ei calca insolente,
questa terra ei morda caduto;
a lei volga l’estremo saluto,
e sia il lagno dell’uomo che muor.

 

(1) Paese della Lombardia dove si adunarono i rappresentanti dei Comuni lombardi nel 1176, per giurare l’alleanza contro l’Imperatore Federigo Barbarossa.
(2) L’asta che sorregge l’insegna
(3) La tingerà di rosso
(4) Chi è capo di possedimenti e villaggi
(5) Dalla frase di Cesare: Alea jacta est: la decisione è stata presa
(6) Spada
(7) Che importa?
(8) Fecero.

 

Cenni Storici
Il giuramento di Pontida (1), secondo la tradizione, sarebbe la cerimonia che sancì il 7 aprile 1167, nell’abbazia di Pontida, vicino a Bergamo, la nascita della Lega Lombarda, cioè di un’alleanza militare tra i comuni di Milano, Lodi, Ferrara, Piacenza e Parma finalizzata a difendersi dall’invasione del Sacro Romano Impero di Federico Barbarossa.
È stato usato negli ultimi decenni come inno della Lega Nord.

 

Illustrazione di Roberto Sgrilli

Giuramento di Pontida

 

Annibelli

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3 commenti su “Il Giuramento di Pontida”

  1. Giulio Guidi says:

    C’è un errore, è GUSTI, non GIUSTI. Verificate su una qualsiasi edizione del Berchet

  2. Ctredo che il testo che avete pubblicato non sia completo. Ricordo infatti una strofa finale che (cito a memoria perchè non ho tempo di fare ricerche) terminava così:

    “Che ai suoi figli narrandola, un giorno
    dovrà dir sospirando: “io non c’era!”
    Che la santa, vittrice bandiera
    salutata quel dì non avrà”

  3. Giorgio bianconi says:

    Sbaglia poesia. il testo a cui fa riferimento è il Marzo 1821 di Alessandro Manzoni

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