La leggenda di Malaspina
Diego Valeri
Leggiamo insieme: La leggenda di Malaspina di Diego Valeri
Era tempo d’autunno: era finita
la svinatura alla collina e al piano.
Annata magra di vino e di grano;
e già la prima nebbia era apparita.
Ma nella casa di ser Malaspina,
c’era abbondanza grande d’ogni bene
gonfi i granai, le vecchie botti piene,
colme le madie di pura farina.
E vennero i più poveri a bussare
alla sua porta, e con pietosa voce,
segnandosi col segno della croce,
così, umilmente presero a pregare:
“Voi che potete, fateci la grazia
d’un po’ di carità, da buon cristiano.
Un pane solo, un pugnello di grano;
quanto basta a campar; non quanto sazia”.
Il ricco… nulla! Li fece cacciare
da’ suoi servi malvagi e dai mastini,
e, spauriti, i poveri meschini,
se n’andarono altrove a mendicare.
Or ecco che passò dal vicinato
un povero più povero di tutti:
i vestimenti aveva laceri e brutti,
i piedi rotti e ferito il costato;
Aveva gli occhi pieni di dolore
– ma tanto dolci – scarno il viso e tristo.
– ma tanto bello! – ed era Gesù Cristo…
E si fermò davanti a quel signore.
“Un pane solo, un pugnello di grano;
non quanto sazia, sì quanto bisogna…”
Ma quegli: “Fannullone! È una vergogna!
Va’ a lavorare! Sei giovane e sano”.
Gesù Cristo non disse più parola.
Santa pazienza, la testa abbassò,
e più stanco, più afflitto se n’andò
per la sua strada più amara e più sola.
Passò l’inverno e venne primavera,
il tempo dei lavori, e Malaspina
molto grano gettò, potò la vigna,
pien di baldanza, tra i suoi servi a schiera…
Ma quando fu stagion di mietitura,
ahi, che le spighe lucide e biondine
sotto la falce diventaron spine
gialle, irte spine dalla punta dura.
E alla vendemmia i bei grappoli ghiotti
si maturarono anch’essi in crudi stecchi;
e gocciavano sangue dentro i secchi,
e di sangue colmavano le botti…
Quella terra da allora più non dà
un filo d’erba né un fiore né un frutto,
ma solo spine e spine dappertutto…
come un cuor che non abbia carità.
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